“Lupi immagina di gestire il ministero delle Infrastrutture come una bottega privata, e questo non è possibile. Lupi intende esercitare un ricatto politico nei miei confronti, e questo non è possibile. Perché? Perché il ministero delle Infrastrutture è il più grande comparto di investimenti e di spesa dell’Italia, e un uomo libero che non risponde a logiche di lobby e di potere da fastidio. Le lobby vanno combattute e smantellate”. Così parlò Vincenzo De Luca a Matrix il 5 dicembre 2013 rispondendo a Luca Telese sul perché, da vice ministro alle Infrastrutture, non otteneva (e mai le ebbe) le deleghe ministeriali che rendessero operative e concrete le sue funzioni di governo.
A risentirle oggi, alla luce dell’inchiesta per corruzione e degli arresti nel ministero di Lupi, le affermazioni dell’ex sindaco di Salerno, vincitore delle primarie Pd in Campania, appaiono inquietanti e profetiche. Con un limite, subito evidente: De Luca non fa nomi e cognomi, non evidenzia fatti precisi e circostanziati. E chissà se avrà voglia di farlo adesso, mentre il Pd prova disperatamente a portare Ncd, il partito di Lupi, (in Campania alleato con Forza Italia e Caldoro) nell’alveo di un centrosinistra simile a quello del governo Renzi.
La puntata di Matrix fu dedicata alla polemica infinita sul doppio ruolo di De Luca: sindaco di Salerno e vice ministro alle Infrastrutture del governo Letta. Due ruoli incompatibili, per i quali una sentenza della Corte d’Appello civile di Salerno lo ha dichiarato decaduto da primo cittadino nel febbraio scorso. Ma all’epoca De Luca era ben ancorato alle due poltrone, e si difese rilanciando la palla nel campo del ministro. “Le deleghe al vice ministro non sono un regalo di Lupi”. Il conduttore lo provoca: “Nel sottopancia preferisce si scriva sindaco o viceministro”? Risposta irritata: “Usi quello di sindaco perché il resto mi fa indignare… Lo scandalo vero è che da sette mesi non si dia attuazione alla legge 81 che prevede le competenze del vice ministro”.