Non solo Brebemi. Ora a rischio flop è anche la Pedemontana, che una volta ultimata collegherà la provincia di Varese con quella di Bergamo, passando a nord di Milano. Altra autostrada nuova di zecca che taglia a metà i campi della Lombardia. E anche qui il numero di auto e tir che la percorrono scarseggia. A un mese e mezzo dall’inaugurazione del primo tratto realizzato, da Cassano Magnago (Varese) a Lomazzo (Como), il numero di transiti è di appena 18mila al giorno, meno di un terzo dei 60mila a regime previsti in fase di progetto. Questa la stima effettuata da Legambiente, che con i suoi volontari ha contato in un giorno feriale i veicoli passati per un “check point” allestito a Cislago. Un dato ancora più preoccupante visto che per il momento l’autostrada è gratuita.

“Nella fascia critica tra le otto e le nove – scrive Legambiente in una nota – si sono contati poco meno di 2.000 veicoli nei due sensi di marcia: come dire il traffico sostenuto di una normale strada extraurbana, che è esattamente l’infrastruttura di cui questo territorio avrebbe avuto bisogno, al posto di un’opera che rappresenta un campionario dei più costosi accorgimenti di ingegneria autostradale e la cui realizzazione ha giustificato la devastazione di decine di ettari delle ultime foreste dell’Alta Pianura lombarda”.

Dal canto suo Pedemontana, controllata al 79% dalla società autostradale Milano Serravalle, non smentisce la stima di Legambiente, ma fa sapere che il traffico è ridotto a causa dell’apertura di un solo tratto da 15 chilometri sui cinque previsti, per un totale di 67 chilometri: “Il numero di passaggi aumenterà già in estate, quando l’autostrada raggiungerà Lentate sul Seveso”.

Tuttavia c’è un altro fattore di cui bisogna tenere conto: non appena Pedemontana diventerà a pagamento, fa notare Legambiente, “il salato pedaggio sarà un formidabile disincentivo per gli utilizzatori dell’infrastruttura (tariffa di 3 euro per soli 15 chilometri)”. In ogni caso, fino alla fine dell’Expo non si pagherà alcun biglietto. Una decisione, quella presa dal governatore Roberto Maroni, che pesa sui conti di Pedemontana, già parecchio in difficoltà. Tanto che un anno fa, a causa del ritardato rinnovo di un prestito ponte da 200 milioni da parte delle banche, si era rischiato lo stop dei cantieri.

Per indennizzare Pedemontana dei mancati introiti da pedaggio è probabile un intervento di regione Lombardia, che potrebbe mettere a disposizione almeno 20 milioni di euro. Denaro pubblico che si aggiunge ai 60 milioni già stanziati dal Pirellone per la Brebemi, la direttissima tra Milano e Brescia che potrà contare, Cipe permettendo, anche sui 300 milioni infilati all’ultimo dal governo nella legge di stabilità per riequilibrare il piano finanziario. A farlo saltare il numero di transiti che dall’inaugurazione di luglio a oggi non si è mai avvicinato ai 60mila previsti originariamente: se il presidente Francesco Bettoni, senza dare dati precisi, sostiene che ormai siano stati “ampiamente superati” i 20mila utenti giornalieri, secondo Repubblica la media di passaggi nei primi sette mesi è stata di appena 11mila. Un flop che ora Pedemontana potrebbe vivere pari pari. Di qui la proposta di Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia: “Siamo ancora in tempo per limitare il danno, rivedendo l’intero progetto nel segno di una drastica cura dimagrante”.

Twitter: @gigi_gno

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