La lettera cui l’ex Cavaliere comunica alle giovani ospiti delle serate ad Arcore che dal mese successivo non sarebbero state più pagate è stata depositata durante l'udienza al Tribunale del Riesame nell'ambito dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari
“Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene. Silvio”. Si conclude così la lettera, ora agli atti dell’indagine Ruby ter, inviata da Silvio Berlusconi il 29 dicembre 2013 alle giovani ospiti della serate ad Arcore e nella quale comunica di essere “obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo” e cioè i 2.500 euro al mese che l’ex premier versava ad ognuna delle Olegettine. La procura di Milano ha calcolato che dal 2010 al 2014 l’ex premier ha versato alle ospiti delle cene eleganti oltre 2 milioni di euro. La lettere è stata depositata durante l’udienza al Tribunale del Riesame di Milano che si è riservato di decidere nei prossimi giorni se disporre o meno la restituzione di 2.500 euro a Iris Berardi e 6.500 ad Aris Espinosa e di tablet, cellulari, una macchina fotografica e altro materiale informatico sequestrato alle due giovani, tra le indagate per corruzione in atti giudiziari.
“Sono sicuro che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si è opposto e che si oppone alla definitiva presa del potere da parte della sinistra” scriveva nel dicembre 2013 il leader di Forza assolto nei giorni scorsi dalla Cassazione per il filone principale lamentandosi che l’Italia è “senza giustizia”.
La missiva-fotocopia, in cui l’ex Cavaliere comunica alle giovani ospiti delle serate ad Arcore che dal mese successivo non sarebbero state più pagate, è stata redatta al computer, mentre il nome della destinataria, l’ultima frase (ti voglio bene”) e la firma sono state scritti a mano da Berlusconi. Nel testo integrale si legge: “Cara…. sarai venuta a conoscenza che da alcune settimane sono state depositate le motivazioni relative agli incredibili processi sulle cene in casa mia. Inutile dirti che non c’è nessun riguardo per te e per gli altri ospiti delle nostre cene e che continua su di noi l’ignobile denigrazione che tutti abbiamo assurdamente dovuto subire. Ma c’è qualcosa in più. C’è che l’aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra immagine, alla vostra dignità, alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati a carico non solo mio ma anche vostro. A questo punto i miei legali pur comprendendo la generosità e l’altruismo della mia iniziativa, mi invitano con assoluta determinazione, a non continuare con il sostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale. Per queste ragioni sono obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo“. “Sono sicuro – continua il leader di Forza Italia – che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si è opposto e che si oppone alla definitiva presa del potere da parte della sinistra. Questa è l’Italia di oggi. Un’Italia senza giustizia, dove per avere giustizia devi rivolgerti alla Corte Europea di Strasburgo come sto facendo per correggere l’assurda e l’indegna sentenza del primo agosto (quella definitiva sul caso Mediaset, ndr). Mi spiace, mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene. Silvio“.