Giaffo-libroE’ la precarietà il tema centrale intorno a cui ruota il libro d’esordio della scrittrice Ilaria Goffo, Io ti vedo pubblicato a marzo 2015 per Book Publish editore. Argomento conosciuto da vicino ormai da quasi tutti i giovani e non solo, del nostro paese.

Questo libro è un viaggio introspettivo della stessa autrice che rivive il sogno da bambina di diventare ballerina fino a quello, da grande, di diventare maestra.

Il primo non viene realizzato e rimane lì, nel cuore di Ilaria mentre il secondo, una volta raggiunto, si svela portare con sé la dura etichetta di “PRECARIA”. Condizione non scelta ma imposta. Pacchetto unico. Prendere o lasciare.

L’autrice si sente una marionetta, da usare a piacimento: “chi sta sopra” muove i fili e lei è lì, fragile come un filo d’erba: senza stabilità, senza equilibrio, senza la possibilità di essere autonoma e vivere di vita propria. La marionetta non può progettare il futuro, chi la muove prima o poi potrebbe stancarsi di lei e tagliare i fili.

E allora il libro diviene motivo per sfogare la rabbia, per cercare disperatamente la via per cambiare qualcosa, per stravolgere un ordine prestabilito. E le parole pian piano, iniziano diventare catartiche, liberatorie, la rabbia iniziale alla fine sfuma grazie alle parole stesse.

Questo percorso esistenziale, ha motivo d’esser perché si colloca temporalmente e spazialmente all’interno di un periodo storico particolare in Italia. L’autrice, tra le atre, si chiede: “Con chi prendersela? Con quale ministro? Con quale governo? Con la riforma Gelmini che ha dato via ad un effettivo taglio di teste nel settore scuola, senza tenere conto di cosa sia realmente la scuola e soprattutto chi siano le persone che vi operano con tanta professionalità?”

Questo libro è un urlo di rabbia alla nazione, una presa di posizione.

Ma ecco che il vero protagonista si scopre essere il bambino,  per lui non esistono etichette “maestra” o “maestra precaria”. Ecco che “chi vede realmente” è il bambino.

L’autrice desidera a tutti i costi riportare la centralità sul bambino e questa priorità pretende che sia l’urgenza del dibattito delle Istituzioni: ma con il precariato scolastico, si chiede, come può esser garantita la centralità al bambino? Cambiando insegnante ogni anno come si puo’ creare quella continuità formativa?

Domande che attendono risposte.

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