La notizia, resa nota dalla procura federale, arriva dopo un nuovo round di interrogatori il presidente di Federacciai e ad di Duferco e il dirigente dello stesso gruppo Massimo Croci. I due industriali liguri, che hanno trascorso la seconda notte nel carcere di Forest, sono accusati di aver incaricato l’ex ministro dell’Economia vallone Serge Kubla di corrompere personalità congolesi affinché facilitassero la diversificazione di Duferco nel settore dei giochi d’azzardo
Ieri l’arresto in Belgio e l’accusa di corruzione per presunti in Congo. Oggi il presidente di Federacciai e ad di Duferco Antonio Gozzi e il dirigente dello stesso gruppo Massimo Croci sono stati rilasciati su decisione del giudice Michel Claise.
La notizia, resa nota dalla procura federale, arriva dopo un nuovo round di interrogatori per Gozzi e Croci. I due industriali liguri, che hanno trascorso la seconda notte nel carcere di Forest, sono accusati di aver incaricato l’ex ministro dell’Economia vallone Serge Kubla di corrompere personalità congolesi affinché facilitassero la diversificazione di Duferco nel settore dei giochi d’azzardo e per avvantaggiare la candidatura del gruppo nell’acquisto del sito metallurgico di Maluku nella Repubblica democratica del Congo.
Il sito di Maluku, realizzato tra il 1972 ed il 1974, era una fabbrica siderurgica dalle grandi potenzialità, sfruttato per i primi anni dalla Sosider (società di cui deteneva il 25% il Consorzio Italipianti), ma entrato in crisi dai primi anni Ottanta. Secondo il quotidiano belga Le Soir, la Duferco, che tra il 2006 ed il 2007 ha mostrato interesse per l’impianto, non ha mai fatto un’offerta.
Quanto ai giochi d’azzardo nel 2011 Kubla era stato per un breve periodo il presidente della Società di sfruttamento dei giochi (Sej). La Sej, secondo le ipotesi accusatorie, sarebbe stata creata per portare avanti le ambizioni di Duferco nel settore del gioco d’azzardo, quando il paese africano ha aperto ai privati la sua lotteria nazionale. Secondo Le Soir l’azionista maggioritario della Sej era la società belga Succesfull Expectations Belgium, filiale della lussemburghese Succesfull Expectations SA, di cui Gozzi e Croci erano azionisti. La procura federale belga sta cercando di capire se in questa circostanza i due dirigenti di Duferco possano aver incaricato l’ex ministro dell’economia della Vallonia di versare delle commissioni a personalità congolesi in grado di favorire i progetti di Duferco.
Intanto gli inquirenti vogliono sentire per rogatoria internazionale la testimonianza della principessa e donna d’affari congolese Odette Maniema Krempkin sulla misteriosa scomparsa del suo compagno, il commercialista belga, Stephan De Witte, 44 anni, sparito nella Repubblica democratica del Congo nel giugno 2014. Proprio dall’inchiesta sulla scomparsa di De Witte, che lavorava per Duferco a Kinshasa, è partito il fascicolo bis, che vede accusati di corruzione Gozzi e Croci.
Le ultime notizie di Maniema Krempkin, che si fa chiamare “Principessa Odette” arrivano dalla Germania, dove è presidente della Camera di commercio germano-congolese a Francoforte. Ma la donna, che è anche presidente della Società mineraria di Maniema (Somima), per il momento non si è resa disponibile alle richieste delle autorità belghe. Fonti raccolte dalla tv pubblica belga Rtbf e dal periodico Paris Match ipotizzano che De Witte, compagno della donna dal 2012, si sia nascosto per non dover dare conto di alcune ingenti cifre, che in parte avrebbe sottratto anche a Duferco.
Secondo l’indagine il commercialista a gennaio 2014, era diventato direttore generale del Giardino botanico di Kisantu, nella provincia del Basso Congo, a un centinaio di chilometri da Kinshasa, e in quel luogo sarebbe stato visto per l’ultima volta, nel giugno 2014, proprio dalla compagna, che tuttavia ha atteso tre settimane prima di segnalare la scomparsa. Il legame tra il commercialista e Duferco era iniziato con l’arrivo del gruppo siderurgico in Vallonia e dieci anni più tardi era diventato il loro uomo di fiducia in Congo. De Witte avrebbe avuto un ruolo nel tentativo di diversificazione delle attività del gruppo siderurgico italo-svizzero nel Paese africano.