Il Movimento 5 Stelle ha mandato una lettera al Partito democratico per cercare un accordo sui due posti ancora vacanti della Corte Costituzionale. Niccolai, Besostri e Modugno sono i nomi proposti dai grillini
Franco Modugno, Silvia Niccolai e Felice Besostri. Sono i tre nomi che il M5S propone per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale in una lettera inviata a Matteo Renzi e pubblicata sulla pagina Facebook di Danilo Toninelli. Il voto per i due posti ancora vacanti della Consulta è previsto per il 19 marzo quando il Parlamento si riunirà in seduta comune. “Vi sottoponiamo oggi la nostra rosa di candidati e vi chiediamo di fare lo stesso, ben disposti a confrontarci sui nomi da voi proposti”.
Si tratta, scrivono i 5 Stelle, di un'”elezione non più rinviabile dal momento che, oltre al seggio vacante da oltre 8 mesi, fin dallo scorso 28 giugno 2014, oggi risulta vacante anche il seggio da cui si è dimesso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella” e per la quale ripropongono il ‘metodo 5 Stelle’. A novembre scorso, ricordano i capigruppo Fabiana Dadone e Andrea Cioffi, “l’azione del M5s ha portato all’elezione della professoressa Silvana Sciarra e a sbloccare i lavori del Parlamento, confermando ancora una volta che il metodo della trasparenza e della condivisione si è dimostrato più efficace e più rapido delle vecchie logiche spartitorie dei partiti”.
“Rendere pubblico un nome o una rosa di nomi con anticipo rispetto alla votazione in quella occasione – scrivono ancora i 5 Stelle – è stato un successo per la democrazia, e un successo per la trasparenza in questo Paese che risulta al 1 posto in Europa per corruzione. Riteniamo che farlo anche oggi porterebbe le forze parlamentari ad un’ampia condivisione; in questo modo si arriverebbe all’elezione dei giudici con la più ampia maggioranza fin dalla prima votazione, nel rispetto dello spirito della Costituzione, ed evitando la paralisi dei lavori di entrambe le Camere per votazioni inutili – finalizzate unicamente alla riduzione della maggioranza prescritta per l’elezione – con conseguente enorme spreco di soldi dei cittadini”.