Politica

Tangenti e corruzione: chi pecora si fa, i Lupi se la mangiano

Non è per nulla una sorpresa la nuova ed ennesima raffica di mandati di cattura contro individui saldamente insediati nel sistema corruttivo e dissipatorio che costituisce il vero cuore malato di questo nostro disperato Paese. Altro che poveri pensionati, dipendenti pubblici ‘fannulloni’, operai esuberanti, giovani ‘bamboccioni’ e altri indicati a torto e ingiustamente come il problema da risolvere, mentre in realtà sono le vittime incolpevoli di questa situazione malata. I poteri forti, almeno da noi, hanno già smesso da tempo di produrre cose utili per la società. Si limitano, parassitariamente, a spremere soldi da opere inutili, anzi il più delle volte dannose. Nel migliore dei casi, Marchionne docet, dopo aver approfittato da sempre dei fondi e del sostegno pubblico, delocalizzano, licenziano, massacrano il tessuto sociale e chi s’è visto s’è visto. L’imperativo categorico della borghesia made in Italy è: “privatizziamo i profitti, pubblicizziamo le perdite!”.

Non è quindi un caso che la corruzione costituisca un connotato permanente e incorreggibile di questo sistema capitalistico all’italiana. Essa fa parte del Sistema, anzi ne costituisce a ben vedere la base. Si accompagna peraltro a un’odiosa retorica a favore del privato, indicato come la panacea che può risolvere tutti i problemi mentre in realtà costituisce l’origine dei mali e della crisi attuale. La corruzione, la devastazione ambientale, lo sfruttamento e l’asservimento del lavoro subordinato che costituiscono altrettanti flagelli del nostro Paese e di altri, derivano infatti proprio dal fatto che il privato operi con sempre meno vincoli. Non si tratta ovviamente di demonizzare il privato ma di sottoporlo a controlli stringenti e razionali.

Il problema, in questo senso, è molteplice. Esso risiede, prima ancora che in legislazioni sempre meno vincolanti e che aprono autostrade al malaffare o nell’inadeguatezza e scarsa applicazione delle pene, nella scarsa immaginazione e responsività di un sistema economico-politico per nulla attento alle domande effettive che pure emergono dal corpo sociale. Invece di rafforzare le tratte destinate ai pendolari, sempre più trascurate e fatiscenti, si spendono inutilmente miliardi di euro in opere di dubbia, nel migliore dei casi, utilità sociale. Invece di rafforzare i circuiti vitali dell’economia solidale continuano a destinarsi miliardi di euro ai grandi eventi dai quali solo incidentalmente potranno derivare effetti benefici per l’economia e le persone. Questo perché i livelli decisionali sono, in realtà, del tutto sordi alle reali esigenze della società.

Essi invece spalancano le orecchie alla speculazione e al potere incontrastato del capitale. La spudoratezza del potere, nella persona del presidente del Consiglio Matteo Renzi, raggiunge vette inusitate nel momento in cui si permette addirittura di tirare le orecchie all’Associazione nazionale dei magistrati che denuncia giustamente il malaffare e il clima di connivenza che favorisce i corrotti. “Schiaffi ai magistrati e carezze ai corrotti” costituiscono scelte inevitabili per chi sceglie di essere forte con i deboli e debole con i forti.

Per combattere la corruzione non basta aumentare le pene, occorre rafforzare la democrazia e il controllo democratico. Il governo si muove in direzione esattamente opposta, come ha avuto abbondantemente modo di dimostrare e confermare in questi ultimi mesi. Il verminaio, non da oggi, è spalancato di fronte a noi. Risanarlo diventa a questo punto essenziale e urgente per salvare questo Paese. A tale fine non bastano le pur sacrosante lamentele dei magistrati e i mugugni di noi tutti. Occorre scendere in campo con la consapevolezza che occorre dire basta a coloro che, ogni giorni di più, demoliscono spudoratamente, per i loro ignobili profitti, la base stessa del bene comune e della coesistenza civile.

E’ certamente opportuno sfiduciare il ministro Lupi, per i suoi indiscussi rapporti con i personaggi oggi sotto inchiesta, ma il problema è ben più ampio. Landini ha ragione: occorre una coalizione sociale per affermare gli interessi della società contro quelli di un potere sempre meno responsabile e che è illusorio pensare si emendi da solo.