Via Roma è una strada tanto amata quanto calpestata, di lei parlano male solo quelli che non la conoscono, mentre da molti è stata scelta per il suo carattere plurale, vivace, indaffarato, dove le variabili umane sono ampiamente rappresentate. Insomma via Roma è forse una delle vie più multietniche del centro storico di Reggio Emilia e anche se tra i più non gode di una buona fama chi ci abita e chi la vive ogni giorno è pronto a riabilitare il suo nome e scommettere sulle sue potenzialità, in termini di accoglienza e socialità.
E per far conoscere i segreti di questa via, di chi ci lavora, di chi ci abita o degli artisti che hanno scelto di abitare proprio lì, torna il progetto partecipato e collettivo dedicato a via Roma, Tutti i luoghi il luogo, dove abitazioni, cortili, studi, negozi e gallerie saranno le sedi delle tante esposizioni curate da singoli artisti, gruppi fotografici e communities digitali.
Ve le ricorderete lo scorso anno tutte quelle sedie rosa fuori dalle abitazioni, davanti ai portoni e ai negozi di via Roma: ecco quelle sedie rappresentavano un gesto di accoglienza, un invito ad entrare per scoprire le vite nelle case d’altri, per curiosare tra le fotografie appese al cornicione del sottotetto e per scoprire le storie che si nascondevano all’interno dei condomini o degli hotel. Sì, anche negli hotel; perché nel tour rientrava anche una sosta al City, diventata una casa per le famiglie sfrattate, i profughi, gli immigrati e persone con pochi soldi. E’ qui che forse era ambientata una delle mostre più particolari perché entravi in hotel, ti facevi consegnare la chiave della stanza numero 5 e, passando tra i corridoi, arrivavi alla stanza scorrendo tutte le immagini appese al muro. Appesi scatti di un’altra realtà di Reggio, realtà che spesso conosciamo ma non vogliamo vedere.
E quello proposto dagli organizzatori era proprio un invito a conoscere e conoscersi, ad aprirsi, a scoprire cosa c’è davvero al di là, a non fermarsi al pregiudizio. Un progetto -promosso da Ghirba Biosteria e coordinato da Irene Russo, Maddalena Cattani, Marco Appiotti, Dalila Longo, Pierluigi Sgarbi e Flavia Prodi- che tornerà anche quest’anno coinvolgendo abitanti e commercianti della via. In diverse location, in occasione dell’edizione 2015 di Fotografia Europea, troveranno casa le opere di una trentina di fotografi. Tra questi Claudio Amadei, Erika Sereni, Alessandra Calò, Francesca Cesari, Salvatore Di Vilio, Sandra Lazzarini, Annarita Mantovani, Fabrizio Cicconi, Cristiano Bonassera e Andrea Gatti, Roberto Bertozzi e Caterina Voltolini, Giuseppe Boiardi, Pierluigi Sgarbi ed Elena Vappiani, Lorenza Franzoni e il Teatro dei Quartieri che proporranno un percorso unitario e coerente, il più possibile site-specific, ricalcando il tema 2015 della manifestazione fotografica Fotografia Europea (che quest’anno dedica il suo tema alla terra), senza dimenticare lo scopo di ‘apertura’ e ‘socialità’ del progetto.
Solo nei tre giorni inaugurali dell’evento, dal 15 al 17 maggio, i visitatori potranno entrare in casa di sconosciuti, sbirciare dentro i cortili, chiacchierare con i negozianti, gustarsi un’esibizione bevendo un bicchiere di lambrusco (tipico dell’Emilia e della reggianità). Perché lo scopo principale di via Roma è farsi conoscere, riabilitarsi, riscattarsi dal pregiudizio. “Via Roma ci tiene a dar voce a questa eterogeneità e a rimanere fedele alla propria natura ‘pop’, con lo stesso spirito con cui ospita ogni giorno un paesaggio umano quanto mai diversificato, fatto di abitanti storici dei palazzi nobiliari e di ultimi arrivati che affollano certi condomini dove i nomi sul citofono cambiano da un giorno all’altro”.
E per riuscire a portare a termine questa impresa gli organizzatori hanno lanciato la campagna crowdfounding sul sito Produzione dal basso che permetterà loro di stampare e ottenere i materiali utili a diffondere il più possibile questa iniziativa come l’implementazione di un’app, Via Roma Trip, ideata lo scorso anno da Irene Russo (sviluppata da Giulia Dall’Aglio e Michol Iotti con grafiche di Letizia Chianello). Si tratta di un viaggio sentimentale nel quartiere, con una serie di storie da ascoltare, “come quelle dei vecchi artigiani che testimoniano il ricordo di un tempo lontano quando il pittore Ligabue scambiava quadri per un piatto di pasta e la domenica si andava dal barbiere per leggere il giornale”. Una guida alla ricerca del vero valore di via Roma senza dimenticarsi però del suo patrimonio storico artistico e per scoprire perché a tanti questa via sta a cuore.