In un’informativa per la Procura di Firenze che indaga sulle Grandi opere si legge l'intercettazione del burocrate mentre richiama l'attenzione della figlia su un articolo del Fatto Quotidiano del 30 dicembre 2014
“La mattina di martedì 30 dicembre 2014”, annotano i carabinieri del Ros in un’informativa per la Procura di Firenze che indaga sulle grandi opere, “Ercole Incalza richiama l’attenzione della figlia Antonia sull’articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano in cui si riporta che Diego Anemone”, arrestato nel 2010 nell’inchiesta sulla cosiddetta “cricca”, “lo avrebbe scagionato in relazione alla nota questione dell’compravendita dell’immobile di via Gianturco 5 a Roma”, pagato molto meno del suo valore di mercato proprio dal marito della figlia di Incalza: “C’è un articolo sul Fatto Quotidiano – dice Incalza – dove finalmente Anemone… Anemone parla! … (…) sempre sul Fatto Quotidiano… c’era un articolo in cui dice … ‘Cantone… Incalza è il tuo problema”, con la fotografia di Scajola e mia … cioè guarda… (ride) …ma lo stesso Fatto Quotidiano… guarda … quest’articolo è favoloso… chiamalo Titta (l’avvocato Titta Madia, ndr) … chiamatelo! … (…) … chiamalo Titta però … giustamente dicevamo con Sandro… ma uno come Marco Lillo a questo punto… l’unica cosa che gli possiamo fare… del male fisico… non lo so…”.
da il Fatto Quotidiano di giovedì 19 marzo 2015