“Stasera il delitto non è imperfetto, è imperfettissimo. Basta leggere le intercettazioni per sapere tutto dell’unica banda larga che funziona benissimo in Italia: quella delle opere pubbliche, anche perché sono tutte vecchie conoscenze“. Così Marco Travaglio esordisce nel suo editoriale, nel quale affronta il caso del ministro Lupi. “I colpevoli politici” – aggiunge – “sono non solo Lupi, ma anche Renzi, che aveva promesso di rottamare tutti. Ma Renzi come fa a chiedere a Lupi di dimettersi? Gli risponderebbero: ‘Senti chi parla’. Il manager Stefano Perotti ha regalato a Luca Lupi un Rolex per la laurea e poi un contratto di lavoro”. E spiega: “Chi è Perotti? Il socio di Incalza che dirige grandi opere per 25 miliardi con costi gonfiati al 40%. Nella villa di Perotti a Firenze è stato girato un famoso spot con Julia Roberts. Luca Lupi è un emigrante, un esule, un cervello in fuga. Tutto per colpa del suo cognome. Il Lupetto col caschetto giallo lavora nel cantiere Eni di San Donato Milanese diretto da Perotti”. Il direttore de Il Fatto Quotidiano prosegue: “Fino a un anno fa Lupi aveva un badante: Luigi Grillo. Poi gliel’hanno arrestato a Milano per le mazzette Expo. L’altro badante del ministro, Ercole Incalza, sta a Lupi come Mogol stava a Lucio Battisti. Lupi, tra l’altro, sono due anni che si occupa di infrastrutture e non ha ancora capito una mazza”. Travaglio quindi racconta l’intercettazione della conversazione telefonica tra Lupi e Incalza, prima dell’intervista al Corriere. Nel finale, il direttore de Il Fatto Quotidiano rivolge un monito a Renzi (“potrebbe simbolicamente rinunciare a una opera inutile”) e aggiunge: “Quanti altri ministri incompetenti ci sono in questo governo? E quanti altri Incalza ci sono?”
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