Dopo oltre un giorno è arrivata la notizia ufficiale sul numero dei connazionali morti da parte del ministero degli Esteri. L'indagine sull'attacco al museo del Bardo prosegue: in manette sono finiti anche la sorella e il padre di uno degli attentatori uccisi nel blitz della polizia
Sono quattro le vittime italiane. Dopo un susseguirsi di notizie la Farnesina conferma che sono morti i due italiani dati per dispersi. Comincia finalmente a delinearsi a oltre un giorno dall’attentato la situazione dei turisti italiani coinvolti nell’attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi. Per cui allo stato ci sono nove persone fermate: quattro perché, secondo la polizia tunisina, hanno “legami diretti” con quanto accaduto mentre gli altri cinque vengono trattenuti dopo essere stati interrogati a lungo. In manette anche il padre e la sorella di uno degli attentatori. Che erano “muniti di cinture esplosive” e di armi “molto avanzate” come ha spiegato il ministro degli Interni Najem Gharsalli per cui il numero delle vittime dell’attentato “sarebbe potuto essere molto più alto”.
Il bilancio delle vittime
Fino a poche ore fa le autorità italiane avevano faticato a comunicare un bilancio certo, ma il personale dell’ambasciata a Tunisi e dell’Unità di Crisic ha avuto accesso all’obitorio dell’ospedale Charles Nicolle ed effettuato un primo riconoscimento fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili. Nello stesso ospedale erano stati trasportati i corpi dei due italiani il cui decesso era stato già confermato. “Abbiamo la conferma che tra le persone decedute ci sono un cittadino di Torino e un cittadino di Novara e che tra i feriti italiani ci sono due torinesi”, aveva detto il sindaco di Torino Piero Fassino.
Il primo ministro tunisino Habib Essid aveva precisato già da ore che tra gli stranieri uccisi c’erano “quattro turisti italiani“. Al momento si conoscono con certezza i nomi delle due vittime: Orazio Conte, informatico, marito di Carolina Bottari, la 51enne dipendente del comune di Torino (in crociera nel Mediterraneo con un gruppo di 34 tra colleghi, pensionati e loro parenti) che ieri era riuscita a parlare con la stampa italiana durante il sequestro nel museo, e Francesco Caldara, pensionato di 64 anni di Novara, colpito da una raffica di mitra mentre si trovava su un bus davanti all’edificio. Deceduta Antonella Sesino, altra dipendente dell’amministrazione torinese. “Mia moglie non doveva essere lì – protesta il marito, Lorenzo Barbero – noi turisti possiamo anche non sapere, ma chi organizza questi viaggi deve essere informato: come si fa ad andare a Tunisi il giorno in cui il Parlamento approva una legge sul terrorismo?”. Morta anche Giuseppina Biella di 70 anni, che era a Tunisi con il marito.
Tre gli italiani in ospedale
Sono ricoverati in ospedale, oltre alla Bottari, anche Anna Abagnale, collega al comune di Torino, e Sonia Reddi, compagna di Francesco Caldara: le notizie sono frammentarie e non si conoscono ancora le loro esatte condizioni. “Mia sorella Sonia è sotto choc, ma non sa ancora che il suo compagno non ce l’ha fatta… – spiega Wanda, sorella della donna – ci ha chiamato questa mattina a casa l’ambasciata italiana di Tunisi e ci ha detto che Sonia è ricoverata in un ospedale militare di Tunisi. Nel pomeriggio mia figlia Milena e Greta, la figlia di Francesco, partiranno per Tunisi”. Sonia è stata ferita a una spalla e ad un braccio, ha subito un piccolo intervento chirurgico e le sue condizioni – riferiscono i famigliari a Novara – non sono gravi. “Forse già domani – conclude la sorella – potrebbe essere rimpatriata”.
La Costa Fascinosa è ripartita senza 13 passeggeri
La nave Costa Fascinosa, a bordo della quale erano arrivati i turisti italiani coinvolti nell’attentato, è ripartita nella notte: ha lasciato il porto di Tunisi stanotte alle ore 1.55. Tredici passeggeri non hanno fatto ritorno alla nave Costa Fascinosa, ripartita stanotte poco prima delle due dal porto di Tunisi. La compagnia ha deciso di cancellare tutti i prossimi scali di nostre navi in Tunisia che “saranno sostituiti da scali alternativi che sono in via di definizione”. I passeggeri della Msc Splendida, una delle navi da crociera ormeggiate a Tunisi nel giorno dell’attentato, “sono stati tempestivamente richiamati a bordo – in una nota diffusa dopo la mezzanotte – ed è stata sospesa ogni attività a terra”, la compagnia ha assicurato loro la massima assistenza ed è in costante contatto con le ambasciate dei 50 Paesi da cui provengono. La compagnia ha fatto sapere anche che sono “nove, al momento” i passeggeri di Msc Splendida morti nell’assalto: 12 sono i feriti e 6 i dispersi (due spagnoli, un belga, un inglese, un francese e un giapponese). Nessun italiano è coinvolto.
Tunisi, nove le persone arrestate. Anche sorella e padre attentatore
Altre cinque sospetti sono stati arrestati per l’attacco al museo. In totale sono quindi nove le persone detenute dalla polizia, di cui quattro per “legami diretti con l’attacco” ovvero i quattro uomini fermati in mattinata. I cinque sospetti erano sotto interrogatorio. Uno dei terroristi, Yassine Laabidi, era “seguito” e “noto” ai servizi di sicurezza tunisini. Lo ha dichiarato il premier Habib Essid, parlando ai microfoni di radio Rtl, secondo quanto riportano i media tunisini. Laabidi è stato ucciso ieri nel blitz delle forze di sicurezza. Essid ha ancora ribadito l’importanza dell’unità nazionale di fronte all’attentato, sottolineando le sue preoccupazioni legate alle ripercussioni sul turismo e l’economia in generale. Sorella e padre di Jabeur Khachnaoui, uno dei militanti islamisti che ha attaccato il museo, sono stati arrestati secondo quanto riporta l’agenzia Reuters.
Isis su Twitter mostra vittima italiana
“Questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo”. Si legge questo su un account Twitter riconducibile ai seguaci del sedicente Stato islamico (Is), che pubblica la foto di una delle vittime italiane. La foto, probabilmente scaricata dai siti italiani, mostra l’uomo con una croce rossa tracciata sulla sua figura e la scritta, sempre in rosso, “È stato schiacciato”. I jihadisti gioiscono quindi per l’uccisione, nonostante non sia ancora arrivata una chiara rivendicazione.