Sicuramente uno come me, che vive permanentemente all’estero, ha molte meno occasioni di vedere sui media nazionali un partito, o i suoi rappresentanti, rispetto ad un connazionale che vive in Italia, ma l’idea di portare in Parlamento un partito che per poco non è risultato il più votato, alle ultime elezioni politiche di circa due anni fa, e impedirgli poi quasi totalmente di farsi vedere in televisione o sui giornali, fino al punto di espellere dal partito alcuni propri eletti che non hanno voluto sottostare a questo assurdo dictat, è un voler farsi male da soli del tutto incomprensibile.
Certamente Grillo ha già spiegato ai suoi il motivo per il quale ha fatto questa scelta, e deve talmente esserne convinto che ha fatto prendere a tutti l’impegno solenne a rispettarla. E contro chi non l’ha rispettata ha fatto scattare la procedura d’infrazione con un voto online riservato alla sua squadra che ha quindi votato a maggioranza per l’espulsione dei reprobi.
Qualcuno dirà adesso che ciò che sto dicendo è roba vecchia; da tempo ormai questo non accade più. Può essere, ma non ne sono sicuro. E’ certo però che, anche se non ho notizia recente di espulsioni per questa ragione, tuttavia le apparizioni sui media dei rappresentanti 5 Stelle sono ancora rare quasi come il Gronchi rosa.
Il punto è proprio questo: come fa un partito, che è una istituzione democratica, a impedire così rigidamente ai propri rappresentanti eletti dal popolo di presentarsi sui media a dire ciò che ciascuno di loro ha il diritto e il dovere di pensare e di propagandare il più possibile? Questa non è una remora che riguarda solo il 5 Stelle, al giorno d’oggi riguarda un po’ tutti i partiti (purtroppo), ma nel 5 Stelle l’anomalia democratica è resa più evidente proprio dalla regola di non lasciare che i propri eletti si facciano corrompere dal desiderio di protagonismo o dall’ansia di presenzialismo se non addirittura di esibizionismo.
Inutile dire che Grillo ha ragione da vendere ad avere questi timori. Questi difetti ci sono da sempre nei rappresentanti eletti nel Parlamento, e col berlusconismo questa febbre non è per niente diminuita, è anzi aumentata. E il partito che avrebbe dovuto essere il principale antagosnista di Berlusconi ha semplicemente cercato di imitarlo in tutto e per tutto. Comunque un partito non può aver ragione nella logica di esaurire la propria funzione democratica all’interno del Parlamento e nel circolo chiuso della propria rete online riservata.
Le decisioni possono anche essere prese in questo modo, ma la mansione informativa e, perché no, persino educativa, almeno per quanto riguarda l’educazione civica, è doverosa per tutti i partiti e il 5 Stelle non può ignorarlo. Facile obbiettare che in Italia nessun partito se ne preoccupa, altrettanto facile ribattere che è proprio per questo che l’inciviltà della nostra popolazione ha livelli così preoccupanti.
L’avvento delle televisioni private e di internet hanno allargato all’infinito le possibilità di trovare informazioni alla portata di tutti. Ma è solo una possibilità teorica. In realtà le televisioni private (presto imitate da quella pubblica per ragioni di concorrenza) non hanno perseguito come obbiettivo l’informazione e la cultura, ma solo la competizione e il profitto.
Anche l’internet, per quanto apparentemente accessibile a tutti, in realtà non lo è ancora per tantissimi. Molti, specialmente gli anziani, ancora oggi non ne hanno accesso, e molti anche giovani, comunque, dopo una dura giornata di lavoro, non hanno certo voglia di impiegare il poco tempo libero rimasto per andare ad esplorare i siti dei partiti politici. Personalmente ho la netta impressione che persino le trasmissioni tipicamente dedicate alla politica, in realtà, non siano seguite dalla maggioranza della popolazione, ma solo da una piccola minoranza che è probabilmente già direttamente legata in qualche modo a questo o quel partito.
Se ne deduce perciò che le preferenze della popolazione riguardo alla politica si formino, nella massa, nei pochi minuti dei telegiornali e notiziari televisivi che tutti o quasi guardano almeno una volta al giorno. Molto di meno nelle altre occasioni di approfondimento, che invece raccolgono di fatto persone che nella maggior parte la scelta l’hanno già fatta. Guardando un telegiornale in modo critico, invece che curioso, ci si accorge abbastanza agevolmente delle tecniche usate per favorire certe notizie invece che altre, certi personaggi invece che altri. Quindi, in definitiva, certi partiti invece che altri.
Il tuo partito, caro Grillo, è stato troppo a lungo assente. Arroccato invece che straripante. Una scelta suicida che è costata al 5 Stelle già una buona fetta di elettorato. In democrazia non basta essere bravi e fare cose buone, bisogna anche farle sapere al popolo, e come fa un partito a guadagnare visibilità se si rende invisibile alla massa evitando o limitando drasticamente le proprie apparizioni sui media? Essere diversi dai partiti che hanno rovinato l’Italia è un grande merito, scegliere di restare pressoché invisibili è un grande errore.