Rafik Chelly ha detto alla tv El Hiwar Ettounsi che i responsabili sono "due estremisti salafiti takfiri" che "hanno lasciato illegalmente il Paese lo scorso dicembre alla volta della Libia e lì sono stati addestrati all’uso delle armi". A Bruxelles i capi di Stato Ue discuteranno come reagire
A due giorni dalla strage nel museo del Bardo di Tunisi, i primi ministri dell’Unione europea riuniti a Bruxelles per la seconda giornata dei lavori del Consiglio Ue si preparano a discutere come rispondere all’attacco in cui sono morti quattro italiani. Strage rivendicata giovedì su Twitter da seguaci del sedicente Stato islamico, che hanno postato una la foto di una delle vittime con sopra, tracciata in rosso, una croce accompagnata dalla scritta “E’ stato schiacciato“. “Stamattina discuteremo la nostra reazione all’attacco terroristico in Tunisia. Gran parte delle vittime è composta di cittadini europei, quindi sicuramente è un attacco anche all’Europa e l’Europa deve rispondere. Farò una relazione al Consiglio e decideremo la nostra reazione”, ha annunciato l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, arrivando al palazzo Justus Lipsius.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato dal Messaggero, è tornato a sottolineare l’importanza di un’intesa tra le parti in Libia per battere il terrorismo: “A tutte le parti libiche e a tutti i Paesi della regione va detto in modo univoco e chiaro che ogni settimana che passa senza una base minima di accordo è una settimana che rischia di rafforzare la diffusione della minaccia terroristica”.
Intanto, dopo le indiscrezioni circolate giovedì, il segretario di Stato tunisino con delega per la Sicurezza Rafik Chelly ha detto alla tv El Hiwar Ettounsi che i due responsabili – Abu Zakarya al-Tunisi e Abu Anas al-Tunisi, secondo il messaggio audio citato da Site group – erano stati “addestrati” in Libia. Chelly ha parlato di “due estremisti salafiti takfiri“. “Hanno lasciato illegalmente il Paese lo scorso dicembre alla volta della Libia e lì sono stati addestrati all’uso delle armi” prima di rientrare in Tunisia, ha affermato. “Non abbiamo dettagli, ma ci sono campi di addestramento per i tunisini a Sabrata, Bengasi e Derna”. A parte i due attentatori, rimasti uccisi nel blitz, sono stati arrestati nove sospetti di cui quattro avrebbero “legami diretti con l’attacco”.
Venerdì il Paese celebra la 59esima festa dell’indipendenza e nella capitale sono previste nuove manifestazioni contro il terrorismo oltre a quelle per l’anniversario della Repubblica. Il ministero degli Affari religiosi ha invitato gli imam a sottolineare, nei sermoni che terranno durante la giornata, i valori della “fratellanza” e della “tolleranza“. In un comunicato, le guide religiose sono invitate denunciare ogni forma di estremismo e a condannare la violenza. Nella nota, riferiscono i media locali, le autorità tunisine chiedono anche di lanciare appelli a favore dell'”unità nazionale”.
Il giorno di festa nazionale potrebbe però ritardare il rimpatrio delle salme delle vittime, il cui numero è stato aggiornato a 22. I superstiti italiani, che ieri sera sono sbarcati a Palma de Maiorca a bordo della Costa Fascinosa, sono invece arrivati a Genova in mattinata. Nella capitale tunisina rimangono i feriti e i familiari delle tre vittime, un novarese e due torinesi. “Sappiamo che anche per tutti voi questo è un momento di grande dolore, noi siamo qui per sostenervi e starvi vicino e siamo a vostra disposizione per qualunque cosa abbiate bisogno”, ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino, ai dipendenti comunali superstiti, accogliendoli al loro arrivo nel capoluogo piemontese.