Il sito archeologico di Stonehenge, uno dei vanti del Regno Unito, “minacciato” da gallerie sotterranee e parcheggi. Progetti che preoccupano le associazioni che difendono i beni storici. Al di sotto del circolo megalitico più famoso del mondo, costruito secondo gli studiosi fra il 3.100 e il 1.600 avanti Cristo, dovrebbe infatti passare un tunnel superstradale. Ma non solo. Perché c’è anche il piano per un nuovo parcheggio asfaltato – solo per il momento accantonato – e soprattutto l’usanza di migliaia di persone di riunirsi attorno alle magiche pietre per il solstizio d’inverno e per quello d’estate.
Il futuro di questo sito, che ha visto un milione e 300mila turisti solo fra il dicembre 2013 (quando fu costruito il nuovo centro di accoglienza dei visitatori) oggi, preoccupa quindi sempre più. Uno dei simboli più importanti dell’antica storia della Gran Bretagna rischia di essere compromesso per sempre, ma non manca chi invece sostiene come Stonehenge sia comunque “un monumento vivo”, che deve continuare a essere utilizzato dall’uomo contemporaneo, in barba all’ingegno di quegli altri uomini che 5mila anni fa portarono queste pietre fin dal lontano Galles, a oltre 200 chilometri di distanza.
Il tunnel – Nel dicembre 2014 il governo guidato dal conservatore David Cameron ha fatto sapere di avere intenzione di rispolverare un vecchio progetto, risalente al 2003, che prevede la costruzione di una galleria di quasi tre chilometri proprio al di sotto del tempio circolare. Il tunnel consentirebbe così alla strada A303 di essere meno congestionata, un progetto che tuttavia ha fatto parlare molta gente del luogo di “convenienza elettorale”. Nei giorni scorsi anche lo storico e divulgatore televisivo Dan Snow, che è anche presidente del consiglio degli archeologi britannici, si è opposto al progetto, parlando chiaramente di “vandalismo”. “Solo da poco – ha detto – abbiamo iniziato a capire che questi reperti sono al centro di uno dei paesaggi dell’età della pietra più importanti e meglio conservati”. Come a dire, non c’è solo Stonehenge, ma un complesso più ampio di resti e oggetti ancora conservati dal fango e dalla terra, reperti che gli archeologi britannici non vedono l’ora di portare alla luce. “I piani del governo mettono a rischio questo sito unico”, ha detto senza mezze parole Snow.
Il parcheggio – Gran parte dei visitatori del sito sono ora costretti a parcheggiare le proprie automobili su quei prati che spesso, per gran parte dell’anno, sono delle distese fangose. Per ironia della sorte, proprio English Heritage, che si occupa dei beni storici e artistici dell’Inghilterra, aveva proposto di asfaltare e cementificare questi parcheggi, per rendere più agevoli le visite. Il progetto è ancora lì e non si sa se la sua bocciatura recente da parte dell’amministrazione locale del Wiltshire sia veramente definitiva. Un appello a qualche altra autorità è sempre possibile, perché da quando è stato costruito quel centro visitatori da 40 milioni di euro, nel 2013, il numero dei turisti è cresciuto esponenzialmente. L’amministrazione locale ha bocciato il piano in quanto potenzialmente dannoso per il paesaggio. Ma l’ultima parola non è ancora stata detta.
I turisti del solstizio – Poi ci sono le grandi folle che si riuniscono a Stonehenge a ogni solstizio. In quello dell’inverno 2014 si sono ritrovate 1.500 persone, ma in quello dell’estate dello stesso anno ben 37mila sono arrivate per celebrare la giornata più lunga dell’anno, scattare fotografie, pregare, compiere riti magici e, secondo le accuse, creare danni. Ora l’Heritage Journal, pubblicazione britannica tutta incentrata sui grandi beni del Paese, chiede chiaramente che questi visitatori dei solstizi siano banditi per sempre.
Le cronache dei giornali locali a ogni solstizio riportano le notizie di grandi danni e nell’estate del 2014 si è parlato di gomme da masticare appiccicate sulle pietre, scritte con pennarelli, escrementi lasciati qui e là nei campi circostanti e persino strisciate d’olio sui megaliti per chissà quale strano rito magico. Certo, sono lontani quei tempi (erano gli anni Settanta) dei festival musicali proprio fra le pietre, kermesse spesso improvvisate e spesso contrastate dalla polizia. Ma ogni anno, e ogni sei mesi, Stonehenge diventa il luogo dove tutto pare essere concesso.
I druidi – Questo, chiaramente, è anche il luogo prediletto per il druidismo e per la wicca, movimento neospirituale nato proprio nel Regno Unito negli anni Cinquanta. Uno dei tanti druidi che celebrano il rito del solstizio, King Arthur Pendragon, ora però avverte: bandire gli amanti di queste celebrazioni “è elitismo, perché Stonehenge è un tempio vivo che non può essere messo nella bambagia”. Per il druido intervistato dalla stampa britannica, il vero scandalo fu invece quando nel 2008 resti di oltre 40 corpi risalenti al neolitico furono dissotterrati ed esposti in musei locali, ora anche nel nuovo centro visitatori: “Questo fu veramente un gesto dissacratorio”.