In questi giorni è d’attualità la rabbia di tifosi e giocatori per il fallimento del Parma. E i giornali cavalcano l’onda dell’indignazione. L’ultimo slogan è: la colpa è della Figc ed in particolare di Carlo Tavecchio, che sapeva tutto. Lo ha scritto Repubblica, in un lungo editoriale di Aligi Pontani, che punta il dito contro il presidente della Federcalcio e si chiede se sia mai possibile che possa andare avanti senza pagare i suoi errori. Lo ha scritto anche La Gazzetta dello Sport, con uno ‘scoop’ che rivela come Tavecchio fosse al corrente della situazione grazie alle relazioni di tre ispezioni della Covisoc, puntualmente ignorate.
Peccato che Il Fatto Quotidiano avesse riportato la notizia, davvero inedita, esattamente un mese fa. E che le cose stiano in maniera un po’ diversa da quanto fatto sembrare. La prima relazione, quella davvero compromettente, risale addirittura all’aprile 2014: tempi non sospetti, quando il Parma era ancora una bella realtà del nostro calcio e in piena corsa per la qualificazione alle Coppe. E allora sulla poltrona di grande capo del pallone italiano sedeva Giancarlo Abete, non Carlo Tavecchio.
In quel verbale i tecnici contabili avevano messo nero su bianco tutti i parametri sballati del bilancio, consigliando un “attento monitoraggio”. Invece la richiesta rimase sostanzialmente inascoltata: l’unica conseguenza fu l’esclusione del Parma dall’Europa League, ma nessuno si oppose alla sua iscrizione al campionato. Sicuramente perché la normativa non prevedeva ulteriori controlli (e infatti per questo la settimana prossima le regole cambieranno). Un po’ forse anche per l’abitudine, tutta italiana, a chiudere un occhio (anche due) fino a quando il disastro non diventa irrimediabile.
Le altre due relazioni, quelle di settembre e dicembre sotto la gestione Tavecchio e citate da Repubblica e Gazzetta, sono un’altra storia. La Serie A era già iniziata, il danno ormai fatto. E poi la Federcalcio prese dei provvedimenti, comminando la sanzione che il regolamento contemplava (i punti di penalizzazione). In autunno, insomma, era ben noto che il Parma navigasse in pessime acque. E tutti, dai tifosi alla Federazione, passando per gli stessi esperti della Covisoc, si auguravano che i problemi fossero risolti dal passaggio di proprietà. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Le vere responsabilità, insomma, sono a monte, e il Fatto Quotidiano le aveva indicata chiaramente un mese fa. Forse quell’articolo è semplicemente passato inosservato. O forse qualcuno ha preferito far trascorrere un po’ di tempo per “riciclare” come propria la notizia (magari scegliendosi un colpevole più gradito come Tavecchio, già nell’occhio del ciclone per mille altre ragioni). La Figc sapeva tutto, è vero. Ma lo sapevamo già da tempo.
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