Il leader di Ncd torna torna sulle dimissioni del ministro delle Infrastrutture: "I media si ricordano di essere liberi solo per attaccare noi". Esclude l'uscita dal governo e chiede alla commissione giustizia di "fare presto"
“Non voglio parlare dei due pesi e due misure del Pd ma parlare di una cosa più scomoda: i due pesi e due misure sono dei grandi giornali e delle grandi tv che non parlano delle cose che accadono ad alcuni e che tendono ad oscurare noi se facciamo bene”. Angelino Alfano chiude all’ipotesi di lasciare il governo e se la prende invece con la stampa: “Il vero problema – dice – è l’informazione italiana. Se un problema riguarda il Pd la chiudono in 24 ore. Si ricordano di essere liberi solo quando attaccano noi”.
E così il ministro dell’Interno sfrutta l’occasione per tornare su un tema particolarmente sentito dal suo partito, quello delle intercettazioni: “Chiediamo alla commissione Giustizia della Camera di fare rapidamente” dice Alfano al “LaboratorioFuturo” organizzato dalla fondazione Magna Charta a Rivisondoli. “La vera separazione delle carriere – aggiunge – non è tra il pm ed i giudici ma tra i pm e i giornalisti. Forse si può ottenere non con una loro limitazione nelle indagini ma con una limitazione della pubblicazione nel rispetto di un articolo della Costituzione che dice che le conversazioni riservate sono protette come tali”.
E se i giornali sono i colpevoli Ncd può continuare a governare serenamente con i suoi 19 indagati su 53 parlamentari: “Resteremo al governo per continuare a poter fare e vincere le battaglie in cui crediamo”, dice Alfano, che aggiunge: “Vogliamo costruire in quell’area che c’è tra Renzi e Salvini. Abbiamo dimostrato che noi siamo in grado di realizzare i progetti degli italiani. Noi, regione per regione, stiamo costruendo degli accordi delle alleanze con movimenti civici e territoriali che hanno capito che l’unico spazio vero tra Renzi e l’estrema destra siamo noi. Sarà un lavoro di gran fatica ma noi siamo abituati alla fatica”.