Un avvertimento che riporta le lancette dell’orologio a oltre trent’anni fa. E’ bastata un’intervista rilasciata dall’ambasciatore russo in Danimarca a far spirare sull’Europa venti della Guerra fredda che fu. Mikhail Vanin, rappresentante diplomatico del Cremlino a Copenhagen, ha ammonito che le navi da guerra danesi diventerebbero un obiettivo nucleare russo se il Paese nordico si unisse allo scudo anti missile Nato in Europa. Una minaccia cui la Russia non era mai arrivata, nel clima pur surriscaldato degli ultimi mesi nei rapporti tra Mosca e i Paesi del mar Baltico a causa di un conflitto ucraino ancora lontano dall’essere risolto.
“Non penso che i danesi siano pienamente consapevoli delle conseguenze di una adesione della Danimarca al sistema di difesa missilistica guidato dagli Usa. Se accadrà, le navi da guerra danesi diventeranno un bersaglio per i missili nucleari russi”, ha osservato l’ambasciatore russo, aggiungendo che le relazioni del Paese con la Russia “saranno danneggiate”, con relativa perdita di “soldi e sicurezza”. La minaccia, lanciata dalle colonne del giornale Jyllands-Poste, è stata definita “inaccettabile” dal ministro degli esteri danese, Martin Lidegaard, che ha accusato il diplomatico russo di aver “superato il segno“.
Lidegaard ha ricordato ancora una volta la posizione occidentale e cioè che lo scudo missilistico in Europa “non ha e non ha mai avuto nulla a che fare con la Russia”, ribadendo che esso serve a proteggersi dai cosiddetti Stati canaglia o da organizzazioni terroristiche. Gli ha fatto eco oggi il collega lettone Edgards Rinkevics: “le minacce nucleari da parte dell’ambasciatore russo in Danimarca sollevano preoccupazioni, spero che la retorica montante non stia nascondendo azioni pianificate concrete”.
Lo scorso agosto Copenhagen ha concordato di contribuire allo scudo Nato con almeno una fregata con avanzate capacità radar. Mosca ha sempre criticato il progetto di sistema di difesa missilistica in Europa, basato su navi nel Mediterraneo e su elementi radar e missilistici in Romania e Polonia, ritenendolo una minaccia diretta alla Russia. Tutte le sue proposte per condividerlo, in un’ottica di comune sicurezza europea, sono state respinte in passato.
Ora appare più difficile trovare un compromesso.
Oggi Vanin ha spiegato alla Tass che “l’obiettivo dell’ articolo era di attirare l’attenzione della società danese sul problema dell’adesione al sistema di difesa missilistico della Nato: a parte il fatto che è uno spreco di soldi dei contribuenti, i danesi non sono pienamente a conoscenza delle conseguenze di un tale passo per il Paese perchè sono tenuti all’oscuro. Il relativo piano finanziario sarà presentato nel 2017, quindi c’è tempo per la discussione pubblica”.