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“Cioccolato? Potrebbe diventare introvabile e costoso”. Ma un team inglese cerca di salvarlo

Si chiama “Operazione Wonka” ed è finanziata da multinazionali e dal dipartimento dell’Agricoltura Usa. Un gruppo di scienziati sta cercando le varietà della pianta del cacao più resistenti ai parassiti che negli ultimi anni hanno ridotto la produzione mondiale del 30-40%. Allarme anche per i consumatori: ne mangiamo più di quanto se ne produce e nel 2013 il deficit potrebbe raggiungere le due milioni di tonnellate

di Elisa Murgese

Il acatoioccolato potrebbe diventare una merce di lusso. Il motivo è semplice: ne stiamo mangiando troppo. Più di quanto ne viene prodotto. L’anno scorso, per esempio, il mondo ha consumato circa 70mila tonnellate di cioccolato in più di quello che ha prodotto. Un deficit enorme che entro il 2020 potrebbe raggiungere un milione di tonnellate all’anno e raddoppiare entro il 2030 con due milioni di tonnellate di cioccolato in meno rispetto alla domanda globale. Ma ora, a salvare il cioccolato dalla sua scomparsa, ci sta pensando un team di scienziati inglesi alla ricerca di una varietà di cacao più resistente alle malattie e con rendimenti più alti. L’operazione è stata chiamata “Operazione Wonka”, con chiaro riferimento alla fabbrica di cioccolato resa famosa nel 2005 da Johnny Depp e negli anni Settanta dal regista Mel Stuart.

L’allarme era stato lanciato a fine 2014 da due tra i più grandi produttori di cioccolato al mondo, Mars e la svizzera Barry Callebaut Group. Una crisi per la quale si devono additare diversi colpevoli. Da un lato il clima asciutto in Africa (in particolare in Costa d’Avorio e Ghana, dove si produce oltre il 70% del cacao al mondo ha causato una forte diminuzione della produzione. Sempre negli ultimi anni, una malattia della pianta di cacao ha peggiorato il quadro abbattendo, secondo l’Organizzazione internazionale del cacao, tra il 30 e il 40% della produzione mondiale. Problemi che hanno spinto molti agricoltori a preferire più coltivazioni più redditizie, come il mais.

Altro punto debole è stato l’appetito insaziabile del mondo per il cioccolato. E anche se ha destato preoccupazione il crescente amore della Cina, i cinesi consumano pro capite solo il 5% del consumo medio di un europeo. C’è poi da tenere in conto la crescente popolarità del cioccolato fondente, che contiene molto più cacao (fino al 70%) rispetto alle barrette di cioccolato tradizionali (10%). Un deficit di cacao che ha portato il suo prezzo a lievitare del 25% lo scorso anno.

Ma a salvare i più golosi da una possibile diminuzione delle scorte di cioccolato ci sta pensando un team di scienziati britannici. L’International Cocoa Quarantine Centre (ICQC) alla Reading University nel Berkshire sta studiando per isolare nuove varietà di cacao che diano raccolti più alti e siano più resistenti a parassiti e malattie. Il lavoro dell’equipe di scienziati è quello di rintracciare nuovi tipi di piante di cacao allo stato selvatico (al momento nei laboratori inglesi si trovano più di 400 tipologie), testarle e poi inviare i semi delle varietà migliori a produttori e agricoltori. Una fabbrica di cioccolato tutta britannica che costa più di 200mila euro l’anno. Fondi che secondo il Mail Online arrivano per la metà dal dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e per l’altra metà dal Cocoa Research Association (CRA), un consorzio di multinazionali e produttori di cioccolato. Sempre al quotidiano inglese, il presidente del Cra si è detto molto fiero che l’Inghilterra, “una nazione di grandi amanti del cioccolato, abbia assunto un ruolo centrale per assicurare un futuro migliore a produttori e fornitori di cacao”.

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