Per salvare il Copra volley si attendono i soldi dallo Stato della Guinea Equatoriale, realtà dell’Africa centrale guidata con pugno di ferro da oltre trent’anni dal dittatore Teodoro Obiang Nguema e dalla sua famiglia, e dove in queste settimane è in corso una vera e propria pulizia etnica in vista delle elezioni che dovrebbero sancire il passaggio di consegne con il figlio, Teodorin Nguema. E’ quanto emerge dal verbale dell’ultimo consiglio di amministrazione della società sportiva di Piacenza, del quale ilfattoquotidiano.it è venuto in possesso. Un cda tribolatissimo, che ha visto uno scontro tra i vertici della Biancorosso volley e ha portato alle dimissioni, poi ritirate, del presidente Guido Molinaroli e a quelle ufficializzate del consigliere di amministrazione Giulio Laurenzano.
E’ quindi sempre più nel caos la società di Piacenza, che nel massimo campionato di pallavolo può vantare un palmares decennale di tutto rispetto, con la vittoria di un campionato e varie coppe Europee, ma da qualche tempo versa in condizioni economiche critiche. Tanto che, a quanto pare, neppure gli stupendi dei giocatori sarebbero pagati da mesi. “Il Consigliere Cottarelli evidenzia come allo stato attuale la società non abbia onorato gli stipendi degli atleti relativi al mese di gennaio, scaduti il 20 febbraio, e si stia avvicinando anche la scadenza di marzo” si legge nel verbale. E così, per cercare di concludere la stagione e sperare di iscriversi alla prossima, il patron del Copra, dopo varie piste finite in un nulla di fatto, avrebbe avviato una trattativa davvero al limite. “La sponsorizzazione – si legge nel documento redatto dal cda – verrebbe concessa dallo stato della Guinea Equatoriale, nazione in forte espansione economica ed organizzatore della Coppa d’Africa di Calcio 2015, interessata allo sviluppo della propria immagine turistica”.
A quanto pare direttamente dallo stato africano. Lo conferma sempre quanto scritto nero su bianco dopo la riunione andata in scena al Palabanca il 16 marzo scorso: “La Guinea Equatoriale a mezzo dei propri emissari e legali sta concludendo le attività per divenire proprietaria di un team ciclistico pro tour e quindi del massimo livello mondiale mentre la sponsorizzazione della pallavolo contribuirebbe insieme ad altri veicoli mediatici non sportivi a sostenere l’immagine dello Sponsor durante l’inverno, periodo non coperto dall’attività ciclistica”. Non solo, perché viene aggiunto che “le trattative sono state avviate” da alcuni mediatori per “promuovere l’immagine turistica della nazione africana anche al di fuori dell’ambito sportivo ed essere l’effettivo sottoscrittore del contratto di sponsorizzazione”.
Pur di non fallire dunque, la società piacentina sarebbe disposta a tutto. Una situazione al limite, alla quale il Copra è arrivato anche a causa del grande bluff rappresentato dall’imprenditore Dario Ruggieri. Si era presentato come il salvatore della patria, mentre si cercavano partners per l’iscrizione al nuovo campionato. Ma dopo pochi mesi la sua fuoriuscita a causa delle inadempienze ha “provocato una quantità di danni patrimoniali diretti ed indiretti enormi, e che la necessità di tutela dell’immagine e dell’interesse della società sfociata nella decisione di proporre un esposto/querela alla fine, se da un lato non potrà che evidenziare i comportamenti scorretti e illegali da parte dell’ex socio ed amministratore e la buona fede della società, dall’altro potrebbe generare ulteriori danni patrimoniali” ha messo a verbale lo stesso Molinaroli.
Un personaggio, Dario Ruggieri, che oltre a non aver sborsato un euro, la Guardia di finanza ha accertato essersi accreditato ai vertici del Copra tramite una falsa identità. Daniele Reggiani e Dario Ruggieri sarebbero infatti la stessa persona. L’imprenditore, in questo modo, si era presentato dietro il nome di un giornalista di cui non esistono tracce per auto-promuoversi e proporre il suo ingresso nel Copra in un’email inviata a Guido Molinaroli, in cerca di acquirenti.
Ora l’intera vicenda è all’esame della Procura della Repubblica per valutare l’esistenza di reati. Ma, sempre dal verbale in questione, viene sottolineato che “allo stato attuale, anche in base al parere del consulente della società, sembra probabile che l’indagine della Guardia di Finanza possa sfociare anche in un accertamento fiscale i cui termini e valori non sono però ancora stimabili”. E così, Molinaroli, con l’acqua alla gola e le scadenze da onorare, “ha evidenziando che l’auspicata stipula dell’accordo di sponsorizzazione con lo stato della Guinea Equatoriale potrebbe avere un orizzonte temporale quinquennale e consentirebbe anche di fronteggiare eventuali attacchi sul piano fiscale”.