Quando stamattina ho letto del suo incidente a Gaeta, il cuore mi è balzato nel petto. Non ho mai nascosto la mia empatia nei confronti dello scrittore, l’uomo più colto che io conosca, che discetta in ebraico sulla Scritture Sacre, da non credente (ma sotto sotto vorrebbe credere. E chi non vorrebbe la grazia in dono!).
Quando parte per il suo “corpo a corpo” con la roccia viva mi preoccupo per lui. E lui via sms mi tranquillizza: “Januaria, come sai le scalate hanno un indispensabile seguito nella discese. Si va su con lo scopo finale di tornare al punto di partenza. Sono un gioco e un lusso, quello di rimettersi alla stessa casella dopo il giro“….
Oppure ai miei inviti a essere prudente risponde: “Ogni alpinista ha nel suo album una quantità di assenti. Si va in montagna con un sacchetto di fortuna. La prudenza in montagna o ha la forza della profezia, che fa tornare indietro, o è un impaccio. Da domani rivado nel mio ambiente a mettere falangi sulle prese, erri“.
Buon ricovero amico grande e torna presto alle tue “prese”. La montagna ti è compagna fedele.
Twitter: @januariapiromal