Il presidente tunisino Essebsi ha silurato anche il comandate dei vigili, il responsabile della sicurezza per il turismo e il capo della sicurezza del distretto del Bardo. Cordoglio in Italia per i funerali di tre delle quattro vittime. Mercoledì a Monza le esequie della quarta italiana uccisa
Si sono celebrati, a Torino e a Novara, i funerali di tre delle quattro vittime italiane della strage di Tunisi al Museo del Bardo, in cui sono morte 23 persone, mentre a Tunisi cominciano a venir fuori i nomi dei alcuni dei responsabili della strage e vengono silurati ad opera del presidente sette responsabili della sicurezza.
Video di Cosimo Caridi
Le salme di Orazio Conte e Antonella Sesino, le due vittime torinesi, sono state accolte da un lungo applauso nel Santuario della Consolata di Torino dove il monsignor Cesare Nosigli ha celebrato i funerali. Presenti il sindaco Piero Fassino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. “Mai soli” è la scritta che compare sullo striscione lasciato appeso dalla popolazione alla cancellata del Santuario. Tra la folla, anche la modella tunisina Afef che, in lacrime, lancia il suo appello a “Non abbandonare la Tunisia”. Poco dopo, anche nel Duomo di Novara una folla commossa si è riunita per le esequie di Francesco Caldara, altra vittima della strage: in prima fila Sonia Reddi, la compagna dell’uomo, anche lei ferita al museo del Bardo. Saranno invece celebrati mercoledì a Meda, in provincia di Monza, i funerali di Giuseppina Biella, la quarta italiana rimasta uccisa durante l’attentato.
A Tunisi il presidente Essebsi ha rimosso dall’incarico sette responsabili della sicurezza: a saltare sono stati il capo del distretto di polizia di Tunisi, il comandante dei vigili, il responsabile della Sicurezza per il turismo, il capo della sicurezza del distretto del Bardo ed il suo omologo a Sidi Bechir, il responsabile dei servizi del Bardo e il capo del posto di polizia del museo.
Arrestato anche l’agente di polizia responsabile di vigilare l’ingresso del Museo del Bardo che, al momento dell’attentato, non si sarebbe trovato sul posto di lavoro. Una radio locale, Radio Shems, riferisce che il mandato di arresto è arrivato in seguito all’interrogatorio del poliziotto del giudice istruttore per chiarire le responsabilità delle defaillance dimostrate dall’apparato di sicurezza tunisino in occasione dell’attacco condotto da due terroristi.
Il Museo nazionale del Bardo riaprirà martedì 24 marzo. Il direttore, Moncef Ben Moussa, annuncia che “le tracce dell’attacco di mercoledì non saranno pulite” perché il museo è un “luogo della memoria” e per questo “le tracce rimarranno a testimoniare un incidente che ha colpito un simbolo della cultura tunisina”. Sarà pulito solo il sangue ma verranno eseguiti restauri minimi.