Scontro animato tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Marco Lillo, e il filosofo Massimo Cacciari, durante Piazzapulita, su La7. Il nodo della discussione è la pubblicazione delle intercettazioni, in riferimento particolare al caso Lupi. L’ex sindaco di Venezia si dichiara totalmente contrario alla diffusione, se non in fase di dibattimento e a condizione che le intercettazioni abbiano rilievo penale: “Ma questa storia di pubblicare… in base a che cosa? Decisa da chi? Scusatemi, ma questa è barbarie“. La deputata Ncd, Nunzia De Girolamo, ospite in studio, annuisce e mormora: “Bravo”. “Quello che ha detto Cacciari è la classica cosa di destra, che va di moda a sinistra” – ribatte Lillo – “la pubblicazione delle intercettazioni non è stabilita da criteri astratti, ma da norme. I magistrati depositano le intercettazioni, quando servono per motivare gli arresti, perché, se uno va in galera, si vuol sapere il motivo per cui va in carcere”. Il giornalista ritorna sulla vicenda di Maurizio Lupi: “Non ritengo che sia negativo il fatto che gli italiani sappiano che c’è il figlio di un ministro, che ha preso un Rolex da 10.350 euro, non ancora restituito. Mettiamoci anche nei panni delle persone normali, non facciamo sempre gli intellettuali che ce l’hanno coi magistrati e con le intercettazioni, a prescindere. In questo caso, si è scoperto un sistema che colpiva le casse pubbliche e lo sappiamo grazie ai magistrati e alle intercettazioni. Non mi sembra il caso di fare quelli con la puzza sotto il naso”. Cacciari ribadisce: “Il pubblico deve venire a sapere tutto, quando c’è il dibattimento, e non attraverso campagne mediatiche” di Gisella Ruccia
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