Calcio

Calciopoli, Cassazione: prescritti Moggi e Giraudo. Ma fu associazione a delinquere

L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi in appello era stato condannato a due anni e 4 mesi, mentre l’ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo a un anno e 8 mesi

Reati confermati, ma scatta la prescrizione. Dopo otto ore di dibattito e sei di Camera di consiglio è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione sul processo Calciopoli: prescritta l’associazione a delinquere contestata all’ex dg della Juventus Luciano Moggi e all’ex ad bianconero Antonio Giraudo, ma entrambi non sono assolti. Scagionati da ogni accusa gli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo; confermata la condanna a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per l’ex arbitro Massimo De Santis. Tutti e tre avevano deciso di non avvalersi della prescrizione. La Corte ha inoltre respinto l’appello di Racalbuto, arbitro condannato per reato poi prescritto. “Abbiamo scherzato per nove anni”, ha commentato a caldo Moggi, “il processo si è risolto nel nulla, solo tante spese. E’ stato accertato che il campionato era regolare, regolari i sorteggi e le conversazioni con le schede estere non ci sono state”. Per Bertini è stato “un processo tragico” e anche se lui è stato assolto ne è uscito “molto provato”. Deluso invece De Santis, che si sente “discriminato” come “unico arbitro condannato”.

L’inchiesta della magistratura napoletana nel 2006 sconvolse il mondo del calcio italiano con il coinvolgimento diretto e rilevante dell’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi (condannato a due anni e 4 mesi), presente ieri in aula, e dell’ex amministratore delegato bianconero Antonio Giraudo (un anno e 8 mesi). Pesanti le imputazioni principali: associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva per falsare il campionato 2004-2005 anche se su tutto incombeva la scure della prescrizioni.

Ventuno gli imputati – alcuni avevano scelto il rito ordinario e altri l’abbreviato – per cui il procuratore generale Gabriele Mazzotta aveva chiesto di confermare “l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio”. Per il Procuratore generale erano da convalidare le sentenze di secondo grado, ad eccezione di alcuni episodi di frode sportiva e delle condanne agli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo che devono essere assolti.

Nell’aula della Terza sezione penale – presieduta da Aldo Fiale – l’accusa ha tracciato i connotati della “struttura associativa nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle colpevoli di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri”. La pubblica accusa ha ricordato che i sodali del ‘sistema Moggi’ si erano dotati di un “apparato organizzativo con schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell’Inter”.

Proprio la “condivisione di schede riservate estere – ha sottolineato il Pg – è sintomatica dell’indice associativo”. Mazzotta ha fatto presente che i “contatti avvenivano sempre in prossimità del sorteggio delle griglie arbitrali“, e che “non può considerarsi come un elemento di portata neutra la partecipazione di Moggi, dirigente della Juventus, alle designazioni dei direttori di gara”. Si tratta invece di “un fatto anomalo, dell’intromissione fraudolenta di un soggetto non autorizzato e non, come sostiene la difesa di Moggi, di un accorgimento per assicurarsi un risultato corretto”.

Dal j’accuse di Mazzotta non sono usciti indenni nemmeno i fratelli Diego e Andrea Della Valle della Fiorentina che anziché “denunciare i soprusi subiti scelgono di ripiegare sul ‘sistema Moggi”. La prescrizione senza proscioglimento nel merito era stata chiesta anche per il patron della Lazio Claudio Lotito – “impegnato nel più ampio progetto di mettere Carraro al vertice della Lega” -, per Giraudo, per l’ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, per l’ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini. Dal Pg è arrivato anche il ‘no’ al proscioglimento dell’ex arbitro De Santis che è stato l’unico – insieme ai suoi ex colleghi Bertini e Dattilo – a rinunciare alla prescrizione. A suo carico, ha spiegato il Pg, “emergono elementi probatori particolarmente significativi della sua partecipazione” al ‘sistema’.

Le difese hanno chiesto l’assoluzione. In particolare i difensori di Moggi aveva invocato l’assoluzione piena e rigetto di tutti i ricorsi, con inammissibilità di quelli delle parti. Gli avvocati avevano parlato di “errori di diritto macroscopici” commessi dai giudici di secondo grado. “Questo processo parte con circa cinquanta indagati, tra arbitri e assistenti, più i vertici della Federazione. Oggi questa mega associazione a delinquere si riduce a due arbitri e tre partite”aveva detto l’avvocato Maurilio Prioreschi. “Fatte tutte le scremature – ha aggiunto – assolti gli arbitri e gli assistenti, Moggi avrebbe fatto tutta la frode sportiva da solo. Si sarebbe seduto e avrebbe detto domattina altero il risultato della partita”.