Finestre rotte. Servono queste al Forum di Assago per far entrare un po’ d’aria in un palazzetto quasi esaurito. Francesco De Gregori inizia così la tappa milanese del suo Vivavoce tour, ufficialmente la seconda dopo l’esordio di Roma e la data zero di Foligno, appuntamenti andati soldout. Finestre rotte per prendere fiato: ne servirà un bel po’ perché il Principe della canzone italiana non sembra più “l’anti personaggio” che si ritrae persino davanti al suo pubblico: sul palco sembra davvero divertirsi, in mezzo alla sua banda (ora arricchita di trombe e sax). Un buon motivo per rimanerci oltre due ore e mezza, per fare un bis, anzi un tris: dopo quello che di recente è stato sempre il pezzo di chiusura (Can’t Help Falling In Love di Elvis Presley), scende e risale sul palco per la terza volta e ne fa un altro paio che da anni non si sentivano dal vivo (Cose e Vola vola). La sorpresa della serata però è un’altra perché quando tutto sembra scivolare verso il gran finale compare dall’oscurità delle quinte Luciano Ligabue, con giacca di jeans d’ordinanza. I due avevano già duettato nell’ultimo album di De Gregori con Alice. Qui aggiungono altri tre pezzi: due del Liga (Non dovete badare al cantante e Il muro del suono) e un altro del cantautore romano, il gioiellino Atlantide. Si mescolano generi diversi, ma nemmeno tanto. Certo, De Gregori sembra fare un po’ di fatica sul muro del suono e la voce di Ligabue non pare abbastanza dolce per scandire ditele che la perdono per averla tradita. Ma il duetto ha l’effetto di svegliare finalmente il palazzetto milanese fino a quel momento esultante, ma non scatenato.
Di certo trasversale. Nel parterre e sugli spalti si incrociano forse tre generazioni: ci sono adolescenti da liceo e ultrasettantenni. Prima dell’onda rock (che poi ridiventa swing, jazz, mezzo blues, folk e chissà cosa) c’è infatti Viva l’Italia che fa scendere le prime lacrime a madri che spiegano ai figli la fine degli anni Settanta. De Gregori esce dal recinto delle canzoni “rifatte” già nell’ultimo album in cui fa cover ammodernate dei suoi pezzi. Ma resta il divertimento di cambiare armonie, arrangiamenti e anche testi. C’è per esempio La testa nel secchio irriconoscibile che ricorda qualche rock band inglese, Caterina che pare Sally. In scaletta anche una versione de La ragazza e la miniera, arrangiata e realizzata da Ambrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare Italiana. Torna alle origini Buonanotte Fiorellino e lo stesso accade a Vai in Africa, Celestino, mentre Niente da capire è un mix: resta lo sfizio del Principe di fregare gli spettatori sul momento in cui pronuncia il ritornello e non c’è niente da capire. I classici (Alice, Rimmel, Viva l’Italia, Generale, La donna cannone) sembrano messe cantate perché nessuno si scorda le parole e almeno lì lui non le cambia. Sotto le stelle del Messico il Forum torna a ballare come 30 anni fa ed è allora che il marinaio Francesco indirizza la barca dove e come solo lui sa fare. Parla – e non sembra vero – solo per ricordare a tutti che Il Futuro è un brano di Leonard Cohen e che lui non si assume la responsabilità della durezza dei versi tradotti: “Dammi fumo e sesso estremo /Quel che resta di pulito/Ficcalo nel buco del tuo ego”.
Il tempo di stravolgere qualche testo, giusto perché altrimenti non sarebbe più De Gregori, e Assago scarta la sorpresa della serata: Luciano Ligabue. E il più emozionato, il più esaltato e forse anche il più impacciato sembra proprio De Gregori, che sarebbe il più anziano d’età oltre che di carriera. Metà concerto se ne è andata, si prepara il gran finale: di pezzi – tranne quelli di vetro, per il cruccio di parecchi – ce ne sono ancora molti. Francesco De Gregori, per quanto dica a tutti anche stasera Guarda che non sono io, è sempre lui.
Un successo che ha spinto ad aggiungere una nuova data milanese, il 18 luglio, al Carroponte di Sesto San Giovanni. Il tour riprenderà intanto da Firenze (domani, 25 marzo, Nelson Mandela Forum), poi Pordenone (27 marzo. Pala Forum) e Bologna (28 marzo. Unipol Arena), per poi proseguire con date nei palasport e nei teatri di tutta Italia. Il gran finale è atteso per il 22 settembre all’Arena di Verona per la grande festa dei 40 anni di Rimmel, un unico concerto in cui per la prima volta il cantautore suonerà integralmente il suo disco più amato (insieme ai suoi più grandi successi). Ospiti della serata saranno alcuni tra i più importanti artisti italiani, amici e colleghi del cantautore. Tra questi, già confermati, Malika Ayane, Caparezza, Elisa, Fedez e Ambrogio Sparagna.
di Diego Pretini e Nicola Vanni
La scaletta della tappa milanese di Vivavoce Tour
Finestre Rotte
Viva L’Italia
Il Panorama di Betlemme
Caterina
Un guanto
Bellamore
Il canto delle sirene
La leva calcistica della classe ’68
La testa nel secchio
Generale
Sotto le stelle del Messico a trapanàr
La ragazza e la miniera
Il Futuro (cover di Leonard Cohen)
Belle époque
Mayday
Non dovete badare al cantante (di Ligabue, con Ligabue)
Atlantide (con Ligabue)
Alice (con Ligabue)
Il muro del suono (di Ligabue, con Ligabue)
Niente da capire
Guarda che non sono io
Titanic
Buonanotte Fiorellino
Vai in Africa, Celestino
Bis:
La donna cannone
Rimmel
Can’t Help Falling In Love (cover di Elvis Presley)
Cose
Volavola