Il componente della giunta Marino, ex sottosegretario alle Infrastrutture con Monti, coinvolto nell'inchiesta su presunti illeciti nell'affidamento degli appalti. Tra gli inquisiti anche Incalza
L’assessore alla Mobilità del Comune di Roma ed ex sottosegretario alle Infrastrutture del governo Monti, Guido Improta, è indagato nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti nell’affidamento degli appalti della Metro C. A finire nel registro degli indagati anche Ercole Incalza, ex capostruttura di missione del ministero delle Infrastrutture, arrestato nei giorni scorsi in un procedimento della Procura di Firenze su casi di corruzione nelle grandi opere. Fonti giudiziarie, intanto, smentiscono l’invio al momento di carte a Roma da parte dei magistrati del capoluogo toscano. L’iscrizione dei due è avvenuta nell’ambito del fascicolo aperto da tempo in Procura e che riguarda la lievitazione dei costi (finora si è arrivati a circa due miliardi di euro di spesa), procedure e tempi di consegna dell’opera. Improta replica spiegando che “non ci sono stati abusi di ufficio e anche lo stesso atto attuativo della Metro C è passato attraverso Roma Metropolitane. Quindi responsabilità dirette io non ne ho”.
Nell’autunno scorso era già stata la Corte dei conti a sollevare diversi rilievi, mentre l’esordio del primo treno terminò 4 stazioni prima del capolinea per un problema tecnico. La linea C della metro di Roma è stata progettata negli anni Novanta e in passato definita la più costosa d’Europa. Sette anni di attesa che si sono conclusi con l’apertura del primo tratto: l’opera è costata già 2 miliardi di euro, secondo il sindaco Ignazio Marino. Provocando polemiche politiche e dibattiti tecnici, esposti e l’intervento dei pm della capitale. L’inchiesta della procura è decollata dopo l’ennesimo rinvio dell’apertura a causa dello stop della commissione tecnica del ministero dei Trasporti.
Il procuratore della Corte dei Conti del Lazio aveva contestato un danno per l’erario tra il 2006 e il 2010 a causa del rinvio dei lavori della linea C e di un aumento dei costi di 364 milioni di euro. L’associazione ambientalista Italia Nostra ha prodotto dossier e ricorsi sull’altra tratta, dalla zona di San Giovanni al Colosseo, con ritrovamenti archeologici nel sottosuolo e rischi per la stabilità del monumento più famoso di Roma. Un mese fa l’ultimo stop all’apertura della metro C, già annunciato per l’11 ottobre dal sindaco e dall’assessore Improta. “Anomalie negli impianti” e “rischi di malfunzionamento”, disse la commissione, oltre a porre dubbi sulla formazione del personale dell’azienda pubblica Atac destinato a lavorare sulla nuova linea. Una grande opera la terza linea della metro di Roma – considerando la B1 una linea breve, diramazione della metro B – finita nel decreto Sblocca Italia varato dal governo Renzi nel giugno scorso.