L'ad Caio: “Ci vorrà tempo per vedere la totalità dei risultati". Ma la quotazione in Borsa per far fronte alle stringenti esigenze di cassa del governo è alle porte
L’utile di Poste italiane crolla del 79 per cento. Colpa della svalutazione della quota detenuta in Alitalia e della maggiore pressione fiscale, oltre che del calo dei volumi della corrispondenza e di oneri straordinari (242 milioni) legati alla trasformazione del gruppo in vista della quotazione in Borsa. “Il processo è avviato ma ci vorrà tempo per vedere la totalità dei risultati. Per questo il nostro piano si articola su cinque anni”, ha ammesso il numero uno del gruppo pubblico Francesco Caio. Un periodo che però è troppo lungo rispetto alle stringenti esigenze di cassa del governo che vuole procedere al collocamento della società entro novembre correndo il rischio di cedere una quota del gruppo a prezzi scontati.
Per valorizzare al meglio Poste, Caio dovrà innanzitutto spuntare un miglior prezzo per la corrispondenza. L’amministratore delegato del gruppo vorrebbe portare il costo della posta prioritaria da 70 centesimi a 3 euro (+328%) e reintrodurre la posta ordinaria a 1 euro con obbligo di consegna entro quattro giorni. Inoltre per abbattere i costi di consegna delle lettere, Caio propone di consegnare la corrispondenza a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale. L’idea però non convince l’Authority per le comunicazioni che dovrà esprimersi a breve.
Corrispondenza a parte, Poste continua a crescere: nel 2014 il gruppo ha realizzato 29 miliardi di ricavi, contro i 26 miliardi del precedente esercizio. A livello operativo, però, la società ha registrato un dimezzamento del risultato passato da 1,4 miliardi a 691 milioni per effetto del calo dei volumi di corrispondenza e degli oneri di ristrutturazione. Sui profitti netti, calati a 212 milioni dal miliardo del precedente esercizio, ha inciso inoltre la svalutazione Alitalia e la “maggiore incidenza delle imposte sul reddito dell’esercizio che passa dal 34% del 2013 al 70% del 2014”.
Poste Vita si conferma infine la gallina dalle uova d’oro con una raccolta premi salita di oltre 2 miliardi (da 12,3 a 15,5 miliardi). Il risparmio amministrato è migliorato del 6% attestandosi a 459 miliardi di euro, mentre rimane sostanzialmente stabile la raccolta di risparmio postale. Crescono anche i ricavi del Corriere Espresso e Pacchi (+13,8% a livello di capogruppo) grazie alla progressiva diffusione dell’ e-commerce. I numeri positivi della consegna pacchi e di Poste Vita non sono però sufficienti ad immaginare un futuro roseo per Poste. Non a caso, nella nota emessa a commento dei dati di bilancio, Caio ricorda che il gruppo ha davanti “grandi sfide e grandi opportunità: da una parte la strutturale contrazione dei volumi di corrispondenza che – in Italia come in tutto il mondo – richiede nuove regole e nuovi processi per garantire un servizio universale di qualità; dall’altra il processo di trasformazione dell’economia verso la digitalizzazione, che apre nuove opportunità di crescita per Poste Italiane nei settori della logistica per l’e-commerce e dei pagamenti digitali”. Segmenti di mercato in cui l’ex mister agenda digitale punta per risollevare le sorti del gruppo.