Politica

Anticorruzione, ddl al voto il primo aprile. Grasso: “Colletti bianchi rischiano poco”

Bocciate le pregiudiziali di incostituzionalità di Forza Italia, al via la discussione in Senato sul testo rimasto fermo due anni. Il presidente: "Rafforzare risposta preventiva e sanzionatoria". L'M5S fa sentire in aula le parole del Papa, Lanzillotta lo richiama. La provocazione di Barani (Gal): "Fucilazione per corrotti"

“I dati sulle condanne per i reati dei colletti bianchi, corruzione, peculato, riciclaggio, falso in bilancio, dimostrano che il rischio penale è infinitamente più basso di quello legato ai delitti più tradizionalmente commessi dalle mafie, nonostante tutti siano concordi nel segnalare un aumento esponenziale del fenomeno”. Così Piero Grasso “saluta” la discussione in aula al Senato del ddl anticorruzione di cui è primo firmatario (segui la diretta streaming) e il cui voto in aula è stato finalmente fissato per il primo aprile, intervenendo a un convegno sul contrasto alla mafie a Montecitorio. “Finalmente in questi giorni siamo riusciti a dare avvio al dibattito parlamentare alla legge sulla corruzione, dopo tanti, troppi rinvii”, ha rimarcato il presidente del Senato, con un riferimento agli oltre due anni passati dal deposito del testo all’avvio dell’esame in aula. “Mi sono impegnato così energicamente per rafforzare la risposta sanzionatoria e preventiva dello Stato”. Infine, il richiamo alla politica: “Per contrastare le mafie la politica deve fare una scelta di campo chiara e inequivocabile contro l’economia sommersa, il riciclaggio, i capitali illeciti, l’evasione fiscale, i delitti societari”. Grasso ha auspicato l’approvazione del ddl in Senato “entro la fine della settimana”.Video di I. Buscemi

Proprio questa mattina l’aula ha bocciato le due pregiudiziali di incostituzionalità presentate da Forza Italia (rispettivamente a prima firma Caliendo e Falanga), aprendo così la strada alla discussione generale nel merito del provvedimento. Il voto finale è stato fissato per mercoledì primo aprile (a partire dalle 18), data che ha scatenato ironie e ha costretto il ministro della Giustizia Andrea Orlando a precisare che “scherzi non ce ne sono”. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, su proposta dello stesso Grasso.

Nella discussione in aula, il senatore 5 Stelle Nicola Morra ha fatto sentire in aula le parole di papa Francesco sulla corruzi0ne che “spuzza”, attraverso il suo cellulare, accusando la maggioranza di fare “progetti di legge spot”, ma di dire no a misure come quella proposta dal M5S e bocciata in commissione del Daspo per i corrotti. L’idea dell’intervento multimediale non è piaciuta affatto al presidente Linda Lanzillotta (Pd), che ha definito “inaccettabili” questi metodi. Da segnalare l’emendamento di Lucio Barani di Gal, noto per le sue pittoresche prese di posizione in materia: chi si macchia di reati di corruzione “è punito con la fucilazione da svolgersi pubblicamente nella piazza principale della città ove ha sede il Tribunale competente”. Ma la pena “non può comportare la morte del reo”.

Un emendamento decisamente più tecnico è stato presentato, fra gli altri, dai senatori Pd Giuseppe Lumia e Felice Casson: no allo spacchettamento della concussione in due reati (per costrizione e l’induzione), voluto dalla legge Severino del 2012 e di cui si è molto discusso in merito all’assoluzione di Silvio Berlusconi in appello e in Cassazione per il processo Ruby. Il testo chiede prevedere un unico reato, con pene da 6 a 12 anni.

Al testo, già rimaneggiato in Commissione giustizia rispetto all’originale di Grasso, sono stati presentati circa 200 emendamenti. La prima parte del provvedimento, che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, inasprisce le pene principali e accessorie per i reati di corruzione, indebita induzione e peculato. Sono previsti obblighi di riparazione e attenuanti in caso di collaborazione utile alle indagini e, in un’ottica di prevenzione, lo scambio di informazioni tra autorità anticorruzione, procure e tribunali amministrativi regionali. La seconda parte del disegno di legge riguarda i delitti di falsa comunicazione sociale, il cosiddetto falso in bilancio sui cui si è consumato in questi mesi un estenuante confronto in maggioranza. È prevista un’area di non punibilità per fatti di lieve entità riguardanti società non quotate.