Calcio

Grecia, la crisi economica sgonfia il pallone: l’Ofi Creta si ritira dalla Serie A

L'ex club di Gennaro Gattuso come il Parma: affossato dai debiti non scende in campo (ma nel Paese ellenico la federazione non fa nulla per salvarlo). Dopo quello del Niki Volos è il secondo addio in pochi mesi: ora il campionato è a 16 squadre

C’è un altro Parma in giro per l’Europa. Anzi due: si chiamano Ofi Creta e Niki Volos. Perché il dramma sportivo di una squadra che fallisce a metà campionato e rischia di falsare tutto il torneo non riguarda solo l’Italia. In Grecia, Paese messo ben peggio del nostro dal punto di vista economico, è successo addirittura due volte. L’ultima proprio in questa settimana. Ma lì la Federazione non ha predisposto nessun piano di salvataggio o di emergenza, spingendo i club verso la bancarotta. L’Ofi, la squadra dell’isola di Creta che ad inizio stagione aveva assunto l’ex rossonero Gennaro Gattuso come allenatore, ha avuto grossi problemi finanziari per tutto l’arco del campionato. Tanto che anche “Ringhio”, dopo le prime dimissioni rientrate ad ottobre, a dicembre aveva lasciato il club per il caos societario: giocatori non pagati, diserzioni agli allenamenti, blocco parziale del mercato. Tutto a causa del debito di oltre dieci milioni di euro che grava sulle casse societarie: nulla a confronto dei passivi del nostro Parma (che superano i settanta milioni), ma una cifra comunque enorme se rapportata al calcio greco. Sabato l’Ofi, che in classifica era ultimo e ormai spacciato, avrebbe dovuto giocare contro il Pas Giannina, ma non è mai sceso in campo: in rosa restavano appena 12 calciatori, la società ha ufficializzato il ritiro dal torneo.

“Siamo la vittima di un sistema, affondiamo noi per permettere ad altri di restare a galla”, ha accusato Nikos Machlas, ex attaccante di Ajax e Siviglia, bandiera del club e oggi suo dirigente. L’Ofi è infatti in aperta polemica con la Federazione greca (Epo), che non ha fatto nulla per aiutarla. Anzi. Nel corso della stagione la Federcalcio ha sempre utilizzato il pugno di ferro contro i ritardi nei pagamenti da parte della società, subissando la squadra di punti di penalizzazione (-10 in classifica) e sanzioni, nonostante i dirigenti sostenessero di aver saldato una parte dei debiti, al contrario di altri club. “Avremmo voluto finire il campionato con un minimo di dignità, ma abbiamo visto che la Federazione ha deciso contro di noi. A questo punto preferiamo ritirarci spontaneamente, a testa alta”, ha concluso Machlas.

Quello dell’Ofi Creta, peraltro, non è il primo caso di ritiro a stagione in corso: a gennaio l’Epo aveva estromesso dal campionato il Niki Volos, sempre per motivi finanziari. Dopo cinque partite non disputate, per la squadra della regione della Tessaglia è arrivata l’esclusione e la retrocessione a tavolino. Entrambi i club potranno ripartire l’anno prossimo dalla Serie B, a patto di trovare delle società in grado di risanare i conti, comunque con una forte penalizzazione già in partenza. Mentre quest’anno in Serie A restano 16 squadre, e soltanto due retrocessioni. Nessun aiuto, nessun piano di salvataggio straordinario: per la Federazione greca chi merita di fallire fallisce, senza trattamenti di favore. Campionati diversi, soluzioni opposte tra Italia e Grecia. Ma la crisi del pallone è la stessa.

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