“Io (politico) non posso entrare”. E’ questa la singolare protesta del titolare del bar pizzeria “Da Anna” di Montignano di Senigallia, che da tre anni ha affisso un cartello sulla vetrina della sua attività nella piccola frazione senigalliese. La protesta, simbolica e sarcastica, del barista marchigiano, Mauro Mastrosanti, è cominciata circa tre anni e mezzo fa: ”Essenzialmente – dice il titolare – in seguito al pagamento della tassa sui rifiuti: una vera e propria stangata che mi arrivò 3 anni e mezzo fa. Non ho mai sfruttato tutti i metri quadrati che il locale ha a disposizione e, recandomi in comune per chiedere i dovuti chiarimenti, l’assessore al Bilancio del comune di Senigallia mi diede anche ragione. Ma la legge è legge e quindi bisognava pagare”. Un’azione simbolica che ha destato clamore solo negli ultimi giorni, facendo velocemente il giro della città e varcando i confini della rete, fino ad attirare l’attenzione dei media e delle testate giornalistiche nazionali. Un caso finito anche sul tavolo del primo cittadino di Senigallia, Maurizio Mangialardi.
Ieri la questione è stata sollevata in consiglio comunale, e il primo cittadino, senza mezzi termini, ha ritenuto opportuno segnalare il caso alla Prefettura di Ancona, “perché nessuno può impedire a nessuno l’ingresso in un locale pubblico. Durante il fascismo – avrebbe detto il sindaco – si lasciavano fuori dai negozi ebrei e zingari”. Ma Mastrosanti non si piega e chiarisce: ”Conosco bene la legge e so che, trattandosi di una attività aperta al pubblico, non posso certo permettermi il lusso di porre un veto all’ingresso dei politici nel mio locale, tant’è – sottolinea l’imprenditore – che l’ultimo ad entrare liberamente nel mio bar è stato un politico della zona che ha voluto anche esprimermi la propria solidarietà, proprio questa mattina. Punto a un dialogo risolutivo con le istituzioni. Se poi – conclude Mastrosanti – volessimo fare il punto anche sui fenomeni di criminalità nella zona, potremmo aprire un altro capitolo della vicenda: due domeniche sono stato costretto a dormire all’interno del bar perché mi avevano segnalato la presenza di loschi individui aggirarsi nei pressi del mio locale. Paghiamo le tasse e vogliamo più servizi”.