Sir Richard Branson, fondatore e patron di Virgin, è stregato dalle Tesla e prodigo di complimenti per Elon Musk. Nel frattempo gareggia in Formula E con il suo brand e teorizza il futuro della mobilità elettrica, dichiarando che anche Virgin potrebbe buttarsi nella “mischia” dei costruttori di automobili
Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora l’automobile sta tornando prepotentemente a essere “cool”. A patto che sia a guida autonoma, però, ancora meglio se elettrica. Dopo Google e Apple, infatti, anche un altro gigante come Virgin si è esposto sull’auto del futuro. In questo caso non ci sono né strani prototipi “driverless” che circolano per la California, né progetti segreti portati avanti da ingegneri sottratti alla concorrenza, bensì solo tante parole. Se, tuttavia, è il fondatore e patron del gruppo britannico a parlare in maniera tanto chiara, bisogna prestargli molta attenzione: “In questo periodo si stanno ponendo le basi per un mondo a zero emissioni entro il 2050”, ha dichiarato Sir Richard Branson durante il weekend di gare di Miami della Formula E, dove è iscritto il Team Virgin. “Senza discipline sportive come la Formula E il compito sarebbe molto più difficile, perché questo campionato sarà un pioniere per la tecnologia del futuro”.
Parole inequivocabili e visione chiara, ma anche un auspicio che potrebbe far storcere il naso a più di un appassionato: “Spero che tra dieci anni l’odore degli scarichi delle auto sia solo un ricordo del passato, almeno quanto lo è oggi il fumo di sigaretta nei ristoranti”. Città pulite, circuiti mondati dalla puzza di olio bruciato e belle auto che circolano silenziose. “Adoro le Tesla, sono sexy come e più di tante altre auto che vedo in giro”, ha scritto Branson sul suo blog all’interno del sito Virgin qualche giorno fa. “Fino a oggi le auto elettriche non avevano l’immagine giusta, ma la percezione della gente sta cambiando”. Ma non è tutto, Mr. Virgin sembra quasi stregato dalle Tesla: “Molto merito va riconosciuto a Elon Musk, che sta facendo un grande lavoro, sia dal punto di vista della tecnologia che della divulgazione”. Al punto tale che potrebbe fargli concorrenza, perché secondo lui nel prossimo futuro le zone centrali delle città dovranno essere percorribili solo a zero emissioni.
Terminate le previsioni ed esauriti i complimenti a Musk, Branson ha dato indicazioni per il futuro: “Diversi dipendenti Virgin lavorano sull’elettrico, nel team di Formula E, così un bel giorno potremmo decidere di competere con Tesla anche nell’automotive, così come già facciamo nello spazio”. E qui il discorso diventa più interessante, perché soltanto pochi mesi fa una affermazione del genere si sarebbe potuta classificare alla voce “chiacchiere da bar”. Ma poi, proprio Elon Musk ha annunciato di volere liberalizzare i brevetti della Tesla Motors, in particolare quelli relativi al pacco batterie, che consentono alle sue auto di avere un’autonomia più che doppia rispetto a quella dei migliori concorrenti. Ora, anche una multinazionale che di automobili non sa nulla, può tentare la fortuna nel settore, soprattutto se ha qualche miliardo da investire. L’unico dettaglio dimenticato da Sir Branson è l’importanza del modo con cui si produce l’elettricità da destinare ai veicoli, perché le “emissioni zero” vanno calcolate considerando tutta la filiera energetica e non solo una Model S che si muove silenziosa sulla Pacific Highway.