Il tribunale ha deciso la condanna per due fratelli e la madre: i tre avevano fatto credere a una donna con problemi psichiatrici che avrebbero potuto fare una pozione d'amore per aiutarla e le hanno sottratto oltre 40mila euro in due anni
Avevano convinto una donna con problemi psichici che, pagando e avendo dei rapporti sessuali, grazie a maghi, santone, “fluidi” e sortilegi avrebbe potuto riconquistare il suo amato che l’aveva lasciata. Per questo motivo due fratelli di 55 e 45 anni e la loro mamma ottantenne sono stati condannati dal tribunale di Bologna. Luciano, il fratello maggiore, era riuscito a farsi dare da Francesca (tutti i nomi riportati saranno di fantasia, ndr) la somma di 44.790 euro in meno di due anni, tra il 2011 e il 2012. I soldi dovevano servire a pagare un fantomatico (e inventato) mago Federico, che se ben retribuito poteva fare dei sortilegi così che l’ex fidanzato di Francesca potesse tornare da lei. Luciano e la madre sono stati condannati rispettivamente a due anni e sei mesi e a un anno e sei mesi per truffa aggravata; due anni e due mesi invece la pena per il fratello, accusato di violenza sessuale.
Luciano quando Francesca, che percepiva una pensione d’invalidità, gli aveva confidato di soffrire per la fine della sua storia d’amore, prima si era inventato la storia del mago per farsi dare del denaro. Poi a un certo punto, quando la vittima aveva iniziato a ritardare nei pagamenti (500 euro ogni 22 del mese la somma richiesta e pagata), si era inventato la storia degli albanesi. Una banda di stranieri cui lui aveva dovuto chiedere dei soldi da anticipare per portarli al mago. Una banda, che nel suo racconto inventato sembrava decisa a fare del male a Francesca e a sua figlia se non avessero pagato. Tanto che Luciano, per essere più convincente, aveva iniziato a telefonare alla vittima simulando un accento straniero.
A fare richieste a Francesca era anche il fratello minore di Luciano. In alcuni sms le spiegava che lo sperma prodotto durante i loro rapporti sessuali sarebbe servito poi come “filtro magico”. Bastava solo, le spiegava Giuseppe, che durante il rapporto avesse pensato al suo ex e lui sarebbe presto tornato. Secondo la Squadra mobile di Bologna, che ha indagato sotto il coordinamento della pm Laura Sola, gli incontri sessuali (che i giudici hanno giudicato violenza sessuale visto la condizione di inferiorità psichica della donna) sono stati almeno due.
Francesca faceva anche per la vecchia tutto quello che le veniva chiesto: le ricaricava il cellulare, pagava la spesa al supermercato, le dava dei contanti quando richiesti. Maria infatti le aveva parlato di una “santoccia” che le avrebbe permesso, attraverso dei filtri d’amore, di avere indietro il suo amato ex. La polizia ha anche scoperto che, forse su suggerimento di uno dei tre, la donna aveva messo in vendita persino la casa della figlia. Un asservimento completo.