Il Gup di Roma ha prosciolto dalle accuse, con la formula che “il fatto non sussiste”, l’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumo, e altre 19 persone in relazione ad una presunta frode fiscale da 245 milioni di euro. Secondo l’accusa, la frode sarebbe avvenuta tra il 2007 e il 2009 con un’operazione finanziaria chiamata Brontos. Tra i prosciolti anche 16 manager di Unicredit e tre Barclays. Per la Procura le due banche avrebbero effettuato operazioni con società inglesi e lussemburghesi, mascherando gli utili e facendoli figurare come dividendi per pagare un’aliquota più bassa. Al proscioglimento si è arrivati dopo che il procedimento era stato avviato a Milano per poi passare a Bologna e infine approdare a Roma su decisione della Cassazione.
Lasciando il tribunale di Roma, l’avvocato Giovanni Paolo Accinni, che in giudizio difendeva Profumo, ha affermato che “le bugie hanno le gambe corte ma in questo caso non avevano proprio le gambe”. Dal canto suo l’avvocato Riccardo Olivo che rappresenta tre alti funzionari di Unicredit si è detto “soddisfatto perché la decisione del giudice è in linea con quanto sostenuto da noi, in relazione alla piena correttezza della contabilizzazione e del trattamento fiscale di questa operazione. Sicuramente quello che non si poteva ipotizzare era che questa operazione avesse i caratteri della fraudolenza”.
“Nella vicenda Brontos UniCredit ha sempre sostenuto con fermezza e piena convinzione la correttezza dell’operato proprio e dei propri esponenti e dipendenti, in servizio e cessati. La sentenza del Tribunale di Roma ne dà piena conferma ed è accolta quindi dalla Banca con soddisfazione”, fa invece sapere la banca in una nota. Mentre Profumo dice di aver “sempre avuto fiducia nella giustizia: sono contento”.