Scrutinio segreto per alcuni emendamenti e primi articoli approvati. Il disegno di legge Anticorruzione, dopo 734 giorni di attesa, è in discussione in Senato e sarà approvato probabilmente il primo aprile prossimo. “Cessiamo di fare propaganda e diamo un servizio al Paese”, ha commentato il ministro della Giustizia Andrea Orlando. “In questo momento storico chi si fa corrompere tradisce il Paese. Se continua logica del più uno e di smarcarsi trasmettiamo un altro messaggio: diciamo che la corruzione è una emergenza ma poi si preferisce lucrare qualche voto”.
Resta critico sul provvedimento il Movimento 5 stelle: “Grasso dovrebbe togliere la sua firma da quel disegno di legge se veramente tiene a una legge anticorruzione perché quella non è una legge anticorruzione: è stata svuotata e svilita. Il presidente del Senato Grasso dovrebbe dare un segnale autentico, vista la sua storia personale di lotta alla corruzione e alla mafia. Questa norma ha solo l’etichetta dell’anticorruzione ma è stata totalmente devastata dalla maggioranza che fa il suo lavoro perché se ci fosse una vera legge anticorruzione, invece di arrestare uno dei loro ogni giorno come succede oggi, ne arresterebbero uno al minuto”.
Intanto con 160 voti favorevoli, 60 contrari e 3 astenuti l’assemblea del Senato ha approvato l’articolo 1 del ddl, apportando al testo due modifiche rispetto a quello votato dalla commissione Giustizia. L’articolo 1 prevede l’aumento delle pene per i reati di peculato, corruzione propria, in atti giudiziari, contro i doveri d’ufficio, induzione e nell’esercizio della funzione. Aumenta invece lo sconto della pena per i collaboratori di giustizia per i reati di corruzione: questa infatti sarà diminuita da un terzo a due terzi. Lo sconto vale “per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite”, per i reati di corruzione nell’esercizio della funzione, per atti contrari ai doveri di ufficio, in atti giudiziari, per induzione indebita e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio.
reato di concussione viene esteso anche all’incaricato di pubblico servizio. È il contenuto dell’articolo 2 del ddl Anticorruzione, approvata dall’aula del Senato, con voto a scrutinio segreto. I favorevoli sono stati 157, 49 i contrari e un astenuto. Nel nuovo testo dell’articolo 317 del codice penale si legger: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei a dodici anni”