La FSV Mainz 05, squadra 11° in Bundesliga, deve reintegrare il suo vecchio portiere Heinz Muller e assicurargli un contratto fino alla pensione. Così ha stabilito il giudice Ruth Lippa applicando il diritto del lavoro. Un precedente che potrebbe sconvolgere i bilanci delle squadre
Immaginate la Juventus costretta ad assumere a tempo indeterminato il suo secondo portiere Marco Storari, e quindi corrispondergli il milione a stagione d’ingaggio attuale fino al 2045, anno in cui presumibilmente scatterà la sua pensione. Immaginate che lo stesso accada al Milan con Abbiati o con Bonera, all’Inter con Ranocchia e alla Roma addirittura con Totti. Fantascienza. Le rose delle squadre in pochi anni diventerebbero di cinquanta giocatori, poi più di cento, buona parte dei quali non sarebbe in grado di giocare a calcetto il mercoledì sera con gli amici. Per non parlare del monte stipendi impazzito che farebbe esplodere i bilanci.
Bene, in Italia non potrebbe mai accadere, ma in Germania corrono il rischio. Lo ha stabilito il Tribunale del Lavoro di Magonza (Mainz), emettendo una sentenza clamorosa: il FSV Mainz 05, squadra che attualmente undicesima in Bundesliga, non solo dovrebbe reintegrare il suo vecchio portiere Heinz Muller, ma anche assicurargli un contratto a tempo indeterminato fino alla pensione. Muller, 36 anni, era arrivato al Mainz nel 2009 e la scorsa estate, una volta svincolato a scadenza del contratto, aveva minacciato di fare ricorso. Nessuno l’ha preso sul serio, tranne il giudice Ruth Lippa che ha fatto notare come per l’Arbeitsrecht, il diritto del lavoro tedesco, i contratti a tempo determinato non possono andare oltre un periodo di due anni, se non in presenza di una ragione concreta che nel caso specifico non è stata prodotta. In buona sostanza, il calciatore è paragonato a un lavoratore comune, ricalcando quella che fu una sentenza ben più clamorosa: la celeberrima “sentenza Bosman” che nel 1995 stabilì il diritto allo svincolo per i calciatori europei, cambiando per sempre il calciomercato. Ora, la sentenza sul caso Heinz Muller è ben diversa. Innanzitutto perché non ha valore europeo ma è circoscritta alla Germania, e alle leggi sul lavoro tedesco che impongono il tempo indeterminato dopo due anni a tempo determinato.
In Italia, per tornare agli esempi iniziali, con il Jobs Act voluto da Renzi un tribunale del lavoro al massimo potrebbe decretare che gli ipotetici licenziati Sto-rari, Abbiati e Totti abbiano diritto a un posto come volontari non pagati all’Expo. Poi perché il club ha già annunciato ricorso. Harald Strutz, proprietario del Mainz, ha detto: “Questa sentenza è unica nel suo genere. Tutti i processi del passato hanno portato a verdetti opposti. Faremo ricorso: se ci dovessero dare torto il calcio subirebbe una svolta epocale”. Mentre l’avvocato del club Christoph Schickhardt ha aggiunto: “Il calcio non è paragonabile agli altri lavori. Gli sportivi non sono in grado di offrire le stesse prestazioni lavorative per così tanti anni. Inevitabilmente vanno incontro a cali fisici. La giudice non ne ha tenuto conto. Per me è chiaro che questa sentenza non ha senso, anche perché non si può creare un precedente del genere”. E infatti, con tutta probabilità Heinz Muller non diventerà mai famoso come il belga Jean Marc Bosman. D’altronde Magonza è città di eretici e di carnevali. e la sentenza che ordina il suo reintegro rimarrà negli aneddoti assurdi e divertenti che fanno del calcio il gioco più bello al mondo.
@ellepuntopi
da Il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2015