“Mai più casi Parma” aveva promesso Carlo Tavecchio. L’impegno è mantenuto a parole, non con i fatti. Almeno per ora. Il consiglio della Figc ha approvato le nuove norme di iscrizione alla Serie A, che prevedono indicatori molto più severi di controllo delle finanze delle società. Ma non ci sono numeri: ancora mancano i parametri che i club dovranno rispettare per partecipare al massimo campionato. E in ogni caso il nuovo meccanismo andrà a regime solo a partire dalla stagione 2017/2018. Quindi per almeno tre anni il rischio di altri disastri finanziari è tutt’altro che scongiurato.
Era il maggio del 2007 quando la Federcalcio approvava la riforma del Titolo VI delle Noif, che detta le norme di ammissione ai campionati professionistici e i controlli sulle società. “Nessun passo indietro sulla linea del rigore”, assicurava l’allora presidente, Giancarlo Abete. Il tempo gli avrebbe dato torto. Quella deregulation, frutto di una crisi incipiente che i club erano convinti si potesse combattere allargando i cordoni, piuttosto che stringendoli, è alla base dell’ultimo disastro del Parma: con i vecchi parametri la società ducale non avrebbe mai potuto iscriversi al campionato, dopo l’allarmante relazione Co.Vi.So.C di aprile 2014 (quella svelata in esclusiva da ilfattoquotidiano.it). Adesso la Figc prova a mettere una toppa sugli errori del passato, tanto che Tavecchio parla addirittura di “consiglio federale storico”.
L’ultima riforma aveva abolito il rapporto ricavi/indebitamento, fondamentale per verificare i bilanci delle squadre di Serie A. Oggi nasce un nuovo “indicatore di liquidità”, che verrà calcolato attraverso il rapporto tra attività e passività correnti. Un parametro che dovrebbe essere in grado di misurare la capacità di un club di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro 12 mesi; e dunque di non fallire a stagione in corso. In caso di mancata ottemperanza, la proprietà dovrà impegnarsi a versare nelle casse societarie la carenza individuata (quello che Ghirardi non ha fatto a Parma nell’ultimo anno, e che ha portato il club alla bancarotta). Non si sa ancora, però, quale sarà il valore di questo indicatore che le società dovranno rispettare. “Dobbiamo prima analizzare gli ultimi bilanci, per trovare dei valori realistici“, ha spiegato il direttore generale Michele Uva.
Bisogna individuare un parametro che porti le società ad un comportamento virtuoso, ma che non tagli fuori troppe squadre. “Con le vecchie regole, in pochi potrebbero iscriversi il prossimo anno”, ragionava Tavecchio un mese fa. Concetto ribadito anche oggi: “Vogliamo curare il malato, non ucciderlo con una terapia choc”. Come spiega l’esperto contabile Luca Marotta, oggi solo sei squadre supererebbero il precedente parametro dello 0,1 fra patrimonio netto e attivo patrimoniale. Ed è un rischio che il calcio italiano non può permettersi di correre. Per la stessa ragione, il nuovo sistema entrerà in vigore in maniera progressiva: il prossimo anno non ci saranno sanzioni, solo un “avvertimento” e l’obbligo di presentare un piano di risanamento; il secondo i club non ottemperanti riceveranno un blocco del mercato (bisognerà chiudere la campagna trasferimenti con saldo positivo tra entrate e uscite); soltanto nel terzo anno, nel 2017-2018, ci sarà l’esclusione dal campionato. L’obiettivo ultimo è arrivare al pareggio di bilancio nel 2018/2019.
Cambia subito, invece, l’obbligo di saldo delle pendenze nei confronti di club (anche per squadre estere) e degli stipendi (esteso a tutti i tesserati, non solo quelli sportivi). Restano fuori i fornitori e le parti terze (altra nota dolente del bilancio del Parma), che verranno presi in considerazione dagli indicatori, ma per cui non ci sarà un vincolo specifico. E arriva anche una nuova normativa di controllo per l’acquisizione delle società, con requisiti di onorabilità finanziaria e solidità economica (per evitare compravendite alla Manenti). Ma la questione fondamentale sta tutta nei valori che i club dovranno rispettare in concreto per ottenere la licenza nazionale. La Federcalcio si impegna ad individuarli il prima possibile. Intanto però cambia tutto, ma senza i numeri non cambia nulla.
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