Non si placano gli attacchi del gruppo fondamentalista. Un testimone: "Sparavano in aria e gridavano 'Vi avevamo avvertito di non votare, vi uccideremo tutti'"
Urne e morte in Nigeria nel giorno delle elezioni presidenziali e parlamentari, già rinviate a febbraio per motivi di sicurezza. Boko Haram ha decapitato con le motoseghe e bruciato vive 23 persone nel nordest del Paese. Non solo. Nello stato del Gombe sono morte 24 persone in cinque diversi attacchi da uomini armati, secondo quanto riferito da testimoni alla Bbc. Non è chiaro – sottolinea il sito dell’emittente britannica – se si tratti di attacchi dei miliziani jihadisti di Boko Haram o di scontri politici.
La tensione è alta, il contesto socio-economico è estremamente difficile tra la minaccia terrorista di Boko Haram e il calo del petrolio. L’attenzione è rivolta agli scontri fra i sostenitori dei due principali candidati ma anche agli attacchi del gruppo terroristico islamico. Ingenti le misure di sicurezza, con 360mila poliziotti e militari dispiegati nei pressi delle urne. Due civili sono stati uccisi in un attacco degli estremisti ad un seggio elettorale nel nord est della Nigeria. Umar Hammaga, residente nel villaggio di Shole, ha raccontato all’agenzia Dpa: “Sparavano in aria e gridavano ‘Vi avevamo avvertito di non votare, vi uccideremo tutti'”. Secondo fonti di polizia, l’ordine sarebbe stato ripristinato. Oltre agli attacchi con le armi, è esplosa anche un’autobomba- senza causare vittime – presso un seggio a Enugu, capoluogo dell’omonimo Stato. Un soldato è stato ucciso nella città di Port Harcourt. “Uomini armati – ha dichiarato il generale Essien – hanno teso un agguato al militare”. A Lagos, capitale economica del Paese, migliaia di persone hanno lasciato la città temporaneamente per il timore delle violenze post-elettorali, previste dagli analisti. Dopo le elezioni del 2011, i morti furono 800.
Tra i candidati ufficiali, la sfida è tra l’attuale premier Goodluck Jonathan – cristiano, del partito democratico del popolo – e Muhammadu Buhari – musulmano, leader del congresso di tutti i progressisti. Alle urne – 150mila seggi in tutto il paese, il più popoloso dell’Africa – sono chiamati 68,8 milioni di persone, su una popolazione di 170 milioni. Il voto viene monitorato da 50 osservatori dell’Unione Africana e una squadra di 8 analisti e 30 osservatori dell’Unione Europea. Per ridurre i rischi di frode, vengono usate per la prima volta delle carte d’identità biometriche, una novità che ha provocato rallentamenti in molti seggi per motivi tecnici. In alcune aree, a causa di tali problemi tecnici, il processo elettorale è stato sospeso e si voterà domani.