A Seattle c'è stata una festa. A Londra invece l'avvilimento e il dolore della famiglia della studentessa inglese. "Sono un po' sorpresa, e molto scioccata, ma è tutto qui per il momento" le uniche parole di Arline Kercher, madre della vittima
La decisione della Cassazione sull’omicidio di Meredith Kercher è vissuta da una parte all’altra del mondo con sentimenti totalmente opposti. C’è lo choc, l’avvilimento e il dolore della famiglia della studentessa inglese che a Londra preferisce il silenzio. Sono “sorpresa e molto scioccata” di Arline Kercher, la madre di Meredith: “Sono un p0′ sorpresa, e molto scioccata, ma è tutto qui per il momento” le uniche parole di commento della sentenza.
A Seattle c’è stata festa. “Sono enormemente sollevata e grata per la decisione della Cassazione italiana”, scrive in una nota sottolineando che “la consapevolezza della mia innocenza mi ha dato la forza nei tempi più bui di questo calvario”, in cui “ho avuto l’inestimabile sostegno della mia famiglia, degli amici e di sconosciuti”. Poi, al telefono con uno dei suoi legali, l’avvocato Luciano Ghirga, singhiozza dalla gioia: “Ho ripreso la mia vita… Luciano grazie, ti voglio bene. Ora sta solo festeggiando – ha spiegato l’avvocato – e non pensa a cosa farà nei prossimi giorni. Così come non pensa ad alcuna richiesta di risarcimento” per ingiusta detenzione, chiarisce, rinviando l’ipotesi avanzata dall’altro legale.
“Grazie dal profondo del mio cuore. La vostra gentilezza mi ha sostenuto. Vorrei solo potervi ringraziare ognuno di persona” dice ancora Amanda – che ha concluso i suoi studi alla University of Washington e ora si cimenta nel giornalismo, occupandosi di teatro e di cultura per il West Seattle Herald.
Anche in Puglia il verdetto degli ermellini ha suscitato gioia: “Finalmente mi hanno creduto, è questa la mia più grande soddisfazione. Sono felicissimo” dice Raffaele Sollecito parlando con la famiglia. “l merito di quello che è successo oggi è anche di mio padre che non mi ha mai abbandonato, devo a lui tantissimo. È finito l’incubo, finalmente è finito tutto, ora posso cominciare a vivere”.