L'attore e regista racconta a FQ Magazine com'è stato calarsi nei panni del professor Humbert: "E' molto controverso e scandaloso ancora oggi. In certi momenti tu lo ami mentre leggi, anche se sta tentando di violentare una fanciulla. Credo che sia merito del livello altissimo di scrittura di Nabokov"
“Leggere Lolita? Mi ha turbato abbastanza. Avevo già fatto altri audiolibri ma questo è un personaggio molto controverso e scandaloso ancora oggi. Un uomo che perseguita e finalmente ottiene una fanciullina di 12-13 anni è un personaggio poco accettabile. Ma poterlo fare, dare la voce che dà sentimenti e pensiero al personaggio, è una cosa meravigliosa”. Marco Baliani, attore e regista, racconta a FQ Magazine com’è stato calarsi nei panni del professor Humbert, che narra la sua ossessione per la piccola Dolores nel celebre romanzo di Vladimir Nabokov, uscito da poco per Emons in versione audiolibro con la sua avvolgente interpretazione (1 cd mp3, versione integrale, euro 17,90, downoload euro 10,74).
Baliani dà voce alla confessione-fiume di Humbert, un’ammissione onesta e spudorata, senza filtri, che parte dai ricordi d’infanzia: la passione del professore per le ragazzine, che sfoga anche a pagamento durante il suo matrimonio di circostanza, nasce da un amore incompiuto, quello per Annabelle. La sua prima fiamma morì giovanissima, lasciando in lui un vuoto morboso, da riempire impossessandosi della prima pubertà delle fanciulle, ai suoi occhi, più maliziose e spudorate: le cosiddette ‘ninfette‘. Dolores, detta Lolita, è una di queste. Jeremy Irons, dopo essere stato Humbert sul grande schermo nel 1997, ne era rimasto condizionato a tal punto da ammettere di aver sviluppato un’ossessione “professionale” per la giovane co-protagonista, Dominique Swain. Il ruolo non ha lasciato indifferente neanche Baliani, maestro del teatro di narrazione. “In certi momenti tu lo ami mentre leggi, anche se sta tentando di violentare una fanciulla. Credo che sia merito del livello altissimo di scrittura di Nabokov. Sentire le pulsioni che lo attraversano non vuol dire che lo assolvi. Ovviamente sul piano giuridico si deve condannare. Ma noi attori non possiamo giudicare i personaggi. Se presenti Macbeth e dici che è un assassino non puoi più fare Shakespeare. Si va a teatro per entrare nell’abisso dell’animo umano. Altrimenti è un reality noioso”.
Baliani ama i personaggi brutti e cattivi. Da loro si può sempre imparare qualcosa: a mettersi nei panni dell’altro, anche quando le sue scelte sono orribili e ingiustificabili. “Tutti i grandi hanno creato personaggi, penso al medico di Céline, a Meurault nello Straniero di Camus, controversi, non belli, ma che alla fine ti costringono a sentire quello che loro sentono, consentendo un’apertura mentale che non può che fare bene alle persone, che fa capire che la vita è piena di alterità, che non esisti solo tu , ma sono tanti i mondi possibili” spiega Baliani, che per trovare la voce di Humbert ha faticato. “E’ stato difficilissimo. Ho lavorato sui toni molto bassi. Humbert è un essere maturo, ha un modo di vedere il mondo con l’ironia di un europeo, è molto eccitato dall’America. Cercavo una voce dove si sentisse la sua pulsione erotica. E’ ossessionato da Lolita, la vuole a tutti i costi, e quando la raggiunge diventa un oggetto nelle sue mani, una bambolina che usa senza mai entrare in un dialogo vero con lei: solo quando la perde si rende conto che non ha mai provato a capirla”. Cosa ha provato leggendo Lolita? “Una grande gioia nel creare e una grande fatica nell’eseguire le soluzioni, è stato un divertimento faticoso, la cosa che amo di più”.