Ucciso da un commando di due persone mentre era davanti a un panificio. Franco Mazzè, 46 anni, nel 2013 arrestato per mafia e poi assolto, è morto in ospedale dopo essere stato ferito alla testa con un colpo d’arma da fuoco in un agguato a Palermo, nel quartiere Zen. Il pm Gery Ferrara ha disposto il fermo di Fabio Chianchiano, a cui vengono contestai i reati di omicidio e possesso illegale di armi: prima del delitto avrebbe avuto una violenta lite con la vittima. Secondo quanto scrive LiveSicilia, Chianchiano era stato arrestato nel 2008 nell’ambito dell’operazione “Addiopizzo4“, considerato il referente del clan Lo Piccolo per la droga al quartiere Zen. Le accuse a suo carico non avevano però retto ed era stato assolto dopo un lungo processo con sentenza divenuta irrevocabile.

Dopo la lite i soccorsi erano stati avvisati da un palermitano, che avrebbe parlato di un drammatico incidente stradale in via Gino Zappa, con un ferito. Il personale del 118 – sentito in queste ore dagli agenti di polizia – ha riferito di aver immediatamente capito che si trattava di un agguato. Nella notte familiari e amici di Franco Mazzè hanno invaso il pronto soccorso, in cui è stato inviato un reparto antisommossa della polizia per evitare incidenti, ma la tensione in ospedale è rimasta alta. Le indagini continuano e si cercano altre persone coinvolte nella vicenda, per appurare se si tratti di un semplice litigio sfociato nel sangue oppure se vi sia dietro qualcosa di più.

Mazzè era stato fermato nel mese di febbraio 2013 nell’ambito dell’inchiesta – coordinata dalla procura di Palermo – sul racket che gestiva l’assegnazione di case popolari nello Zen, quartiere di 16mila abitanti edificato negli anni Sessanta. Dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia era emerso che gli edifici venivano “requisiti” dalla mafia, che li distribuiva alle famiglie. Un affare stimato in 840mila euro l’anno, con l’imposizione di un pizzo in cambio di servizi che i clan provvedevano con allacciamenti abusivi alla rete idrica ed elettrica. Il tutto sotto minaccia di “cedere” l’abitazione ad altri. Mazzè è stato indagato anche per rapina, evasione, ricettazione e sequestro di persona, ma è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa.

C’è un secondo fermo nell’inchiesta sull’omicidio di Franco Mazzè. La Polizia ha arrestato Stefano Biondo, 53 anni, accusato di omicidio e tentato omicidio in concorso. Secondo gli investigatori Biondo sarebbe il complice di Fabio Chianchiano: i due avrebbero prima ucciso a colpi di pistola Mazzè e si sarebbero poi recati a casa di un amico della vittima, Michele Moceo, sparando contro la porta della sua abitazione, sempre nel quartiere Zen. Secondo i magistrato dietro l’omicidio di Mazzè ci sarebbero traffici di droga.

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