Un suv avrebbe tentato si sfondare il cancello della sede della National Security Agency, a Fort Meade, nel Maryland con a bordo due uomini vestiti da donna. Secondo i media Usa, quello alla guida del mezzo sarebbe stato ucciso. Un'altra persona, probabilmente un agente, è rimasta ferita. L’agenzia sta conducendo le indagini con la polizia e l’Fbi
Momenti di paura nei pressi del quartier generale della National Security Agency, negli Stati Uniti. Due uomini travestiti da donna hanno tentato di sfondare il cancello di Fort Meade a bordo di un suv, un Ford Escape. La polizia ha aperto il fuoco e uno dei due assalitori è stato ucciso, l’altro è gravemente ferito. Secondo indiscrezioni sarebbe ferito anche il poliziotto che ha aperto il fuoco.
Nell’auto rubata è stata rinvenuta una pistola e della droga, inclusa cocaina. Il movente del gesto non è chiaro. Ma l’Fbi al momento esclude la pista del terrorismo: l’incidente – secondo fonti dell’amministrazione – sarebbe legato alla criminalità locale. “La scena è contenuta e non riteniamo che sia legata al terrorismo” afferma la portavoce dell’Fbi, Amy J. Thoreson, sottolineando che il Federal Bureau sta indagando insieme alla Nsa e alla polizia. Gli agenti stanno sentendo possibili testimoni per cercare di ricostruire l’accaduto. L’incidente è avvenuto intorno alle 9.30 del mattino locali, ore 15.30 italiane. Le immagini mostrano quello che sembra un incidente fra due veicoli fuori dal cancello della Nsa, un suv nero con gli assalitori a bordo e un suv della polizia.
Secondo le prime ricostruzioni, i due uomini travestiti da donna avrebbero cercato di superare il cancello della Nsa. L’agente al momento di guardia avrebbe cercato di fermarli, ma senza esito: i due sospetti avrebbero risposto con colpi di arma da fuoco. L’agente quindi avrebbe quindi risposto, uccidendo uno degli assalitori e ferendo l’altro, un ragazzo di 20 anni, gravemente. Ferito anche l’agente, trasportato insieme al sospetto in ospedale per ricevere cure. Non è chiaro il perchè i due uomini fossero vestiti da donne, nè perchè abbiano tentato di entrare.
Barack Obama è stato informato dell’incidente e segue gli sviluppi. E’ la seconda sparatoria che avviene nei pressi di una delle sedi della Nsa in neanche un mese. Il 4 marzo la polizia aveva arrestato una persona sospettata di avere sparato colpi di arma da fuoco lungo le autostrade dell’area di Baltimore-Washington e di avere così danneggiato anche un edificio della National Security Agency. L’uomo, 35enne ex guardia carceraria, è stato arrestato: aveva sparato contro nove edifici pubblici e alla polizia aveva raccontato di aver sentito delle voci che gli dicevano di aprire il fuoco. Gli agenti avevano trovato nella sua abitazione dieci armi e centinaia di munizioni.
Cos’è la National Security Agency
La National Security Agency viene definita “il grande orecchio” dell’intelligence Usa. Nella grande famiglia dell’intelligence community, ha il compito specifico di monitorare tutto il territorio nazionale statunitense per tutelarne l’integrità da attacchi di qualunque tipo, nonché proteggere i dati e i messaggi che giornalmente passano attraverso uffici governativi. Per natura e per tradizione estremamente segreto, il lavoro della Nsa ha cominciato sempre di più a finire sotto i riflettori dopo l’11 settembre e l’approvazione del Patriot Act che ha permesso all’allora amministrazione Bush di avviare un programma segreto dell’agenzia.
L’obiettivo era quello del controllo quanto mai esteso delle comunicazioni telefoniche all’interno degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda i tabulati che le effettive intercettazioni telefoniche di sospetti terroristi anche senza mandato. In realtà già nel 2006 un’altra inchiesta giornalistica, prima di quella del Guardian basata sulle informazioni rese da Edward Snowden, aveva fatto scoppiare la polemica sul controllo delle telefonate degli americani. Sette anni fa, sotto l’amministrazione Bush, era stato denunciato che le compagnie telefoniche americane avevano consegnato alla Nsa i tabulati telefonici di decine di milioni di americani, una procedura proseguita con Barack Obama alla Casa Bianca.