Ci sono quelli, famosissimi, alla Antonio Catricalà e alla Donato Marra, che da Consiglieri di Stato per anni hanno varcato raramente la soglia di palazzo Spada avendo rivestito importanti incarichi istituzionali al governo, alla presidenza del Consiglio o alla presidenza della Repubblica. Ci sono anche gli altri, meno noti alle cronache, che non indossano la toga da anni (pur mantenendo il loro posto e spesso addizionando allo stipendio un’indennità), ma popolano il fitto sottobosco di superesperti alla testa di gabinetti dei ministeri, authority ed enti pubblici. E ci sono quelli che, pur continuando a fare il consigliere di Stato, collezionano talvolta gratis, più spesso no, incarichi extra giudiziari che rischiano di togliere comunque tempo prezioso al lavoro e alle controversie legali da risolvere. Il tutto mentre l’arretrato di palazzo Spada continua a scalare cifre record.
RICORSI STORICI Nel corso del 2014, per dire, dei 10.761 nuovi ricorsi pervenuti (più 15 per cento rispetto all’anno precedente), palazzo Spada è riuscito a definirne 10.309, una buona performance, ma pur sempre 450 pratiche in meno di quel che sarebbe stato necessario per chiudere almeno in pareggio la partita. Così, le pratiche si accumulano facendo suonare di nuovo l’allarme rosso sulle cifre dei ricorsi pendenti. Se a partire dal 2010 e fino al 2013 la cifra delle pratiche arretrate era stata progressivamente abbattuta passando da 27.225 ricorsi pendenti a 24.235, nell’ultimo anno il trend virtuoso si è di nuovo inceppato facendo lievitare l’arretrato a 25.026. Colpa certamente delle carenze dell’organico scoperto per circa il 20 per cento dei posti, come ha ricordato il presidente del Consiglio di Stato Giorgio Giovannini alla recente cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2015. Ma anche dell’attivismo extraprofessionale delle toghe. Come ilfattoquotidiano.it ha potuto verificare sfogliando i verbali e i documenti interni di palazzo Spada, nel solo 2014 su un organico complessivo di circa 115 componenti (di cui 88 Consiglieri) sono stati infatti circa 50 quelli che hanno ricevuto incarichi extra giudiziari, che vanno dai cicli di 4 lezioni all’Università agli incarichi quinquennali. Undici consiglieri risultano poi temporaneamente fuori ruolo, ovvero sono esonerati dall’incarico perché in prestito presso istituzioni pubbliche, authority o organismi internazionali. Trattandosi di incarico temporaneo, questi magistrati (sia che vadano a fare i ministri, i capi di gabinetto o i presidenti di Authority) conservano il posto e (salvo eccezioni) lo stipendio, a cui si aggiunge un’indennità per il nuovo incarico. C’è da dire che negli anni diversi di loro hanno riunciato al doppio stipendio: chi all’indennità, chi, come per Donato Marra, allo stipendio da Consigliere. Comunque sia, spesso si tratta di incarichi ed esoneri che si trascinano da anni, tanto che il presidente Giovannini continua a lamentare “notevoli carenze degli organici”. Mentre, naturalmente, le pratiche arretrate si accatastano.
MAGNIFICI TRE Per capire come vanno le cose a palazzo Spada basta partire da alcuni esempi illustri che hanno ultimamente visto Consiglieri di Stato occupare postazioni di prima grandezza ai vertici delle istituzioni. Dicevamo di Donato Marra: fino a qualche settimana fa segretario generale della presidenza della Repubblica, Marra è per esempio Consigliere di Stato (prossimo alla pensione) dal 1994. Fino a quell’anno era stato segretario generale della Camera dei deputati, collaborando con le presidenze di Nilde Jotti, Giorgio Napolitano e Oscar Luigi Scalfaro. Lasciato Montecitorio approda a palazzo Spada ma non riesce neanche ad indossare la toga che viene subito nominato sottosegretario alla Giustizia nel governo di Lamberto Dini. Va avanti fino al 1996 quando diventa consigliere per i rapporti con il Parlamento del ministro di Grazia e giustizia Giovanni Maria Flick, nel primo governo di Romano Prodi. Il 15 maggio 2006 è nominato invece segretario generale della presidenza della Repubblica, incarico ricoperto fino all’elezione di Sergio Mattarella, quando viene sostituito da Ugo Zampetti. Nel corso degli anni ha anche insegnato diritto e procedura parlamentare alle Università di Genova e Trieste.
CATENA DI SANT’ANTONIO Carriera ancora più ricca fuori dalle porte di palazzo Spada, quella di Antonio Catricalà che negli anni ha svolto funzioni di capo di gabinetto, segretario generale a palazzo Chigi con Silvio Berlusconi premier, presidente dell’Antitrust, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con il governo di Mario Monti, viceministro allo Sviluppo economico con delega alle comunicazione con il governo di Enrico Letta. Il tutto condito con varie cattedre, tra cui quella alla Luiss Guido Carli di Roma. Dopo aver rindossato la toga, nell’ultimo anno (con qualche incarico extra), ha deciso di mollare: ha annunciato di lasciare definitivamente palazzo Spada per dare vita ad una law accademy per la formazione di giovani avvocati. Consigliere di Stato, dal lontano 1986, è anche Franco Frattini, nello stesso anno diventato però consigliere giuridico del ministero del Tesoro, poi di palazzo Chigi, vicesegretario e poi segretario generale della presidenza del Consiglio. Nel 1994 si butta anche in politica. Dal 1995 sarà ministro degli Affari regionali, della Funzione pubblica, degli Esteri per due volte, commissario europeo per la giustizia, la libertà e la sicurezza e, ovviamente, deputato. Dal 2012 torna al Consiglio di Stato ma senza rinunciare a incarichi extra. Nel 2014 assume infatti, lui che è maestro di sci, la funzione di componente dell’Alta corte di giustizia sportiva del Coni, per tre anni quella di presidente del Collegio di Garanzia dello Sport e tiene diversi corsi universitari, oltre ad essere componente della Fondazione della Link Campus University.
MANDARINI D’ORO Veterani del fuori ruolo a palazzo Spada, sono poi vari magistrati da anni alla testa delle burocrazie più potenti nei gabinetti dei ministeri o in Authority nazionali. Carlo Deodato è tra questi. Entra nel Consiglio di Stato nel 2001 ma quasi subito arricchisce la sua carriera altrove: è consigliere giuridico del ministero delle Comunicazioni e poi delle Attività produttive, quindi capo dell’ufficio legislativo al ministero degli Affari regionali prima e della Pubblica amministrazione poi, capo di gabinetto al ministero della Pubblica amministrazione, capo dipartimento per le riforme, e infine capo del dipartimento degli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio con Enrico Letta premier. Ora è tornato a palazzo Spada, ma ha un incarico extragiudiziario (gratuito) che dura 6 anni, a partire dal 7 febbraio 2014, come componente della commissione di tutela degli organi di Giustizia, di controllo e dell’Etica Sportiva, presso il Coni. Storia analoga quella di Roberto Garofoli, attuale capo di gabinetto del ministero dell’Economia e per questo in posizione di fuori ruolo nel Consiglio di Stato, già segretario generale di palazzo Chigi con Letta. Entra a palazzo Spada nel 1999 ma ben presto si occupa d’altro: negli anni è stato capo di gabinetto del ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi (governo Monti) e capo dell’ufficio legislativo del ministero degli Affari esteri con Massimo D’Alema durante l’ultimo governo Prodi. È condirettore della Treccani Giuridica, docente Luiss, direttore della rivista mensile “Nel diritto”. Lo scorso anno ha anche avuto l’incarico di docenza di diritto penale e di diritto amministrativo nell’ambito di corsi post-universitari, organizzati dalla società Corsolexfor & Co.
A TUTTO GAS Anche Francesca Quadri, attuale capo dell’ufficio legislativo Finanze del ministero dell’Economia, è fuori ruolo nel Consiglio di Stato e sono anni che non veste la toga. Entra a palazzo Spada nel 2009 ma da subito la sua carriera si sviluppa altrove: è capo del settore legislativo del ministro delle Pari opportunità, poi capo di gabinetto dello stesso ministero e capo dell’ufficio legislativo del ministero degli Esteri. Un altro che la toga ha il tempo di indossarla molto poco è Gerardo Mastrandrea, visto che ha la funzione di capo dell’ufficio legislativo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Così come Giancarlo Montedoro e Umberto Realfonzo, entrambi fuori ruolo perché, rispettivamente, consigliere per gli affari giuridici del presidente della Repubblica (era con Napolitano, riconfermato da Mattarella) e componente dell’organismo indipendente di valutazione del Miur. Poi c’è tutta la folta schiera dei Consiglieri nominati nelle Authority pubbliche. Luigi Carbone e Roberto Chieppa sono esonerati dal loro incarico a palazzo Spada in quanto, entrambi dal 2011, rispettivamente componente dell’Autorità per l’energia Elettrica e il Gas e segretario generale dell’Antitrust. Esonerati dall’incarico anche Paolo Troiano, membro della commissione Consob; Michele Corradino, componente dell’Autorità nazionale anticorruzione da luglio 2014 e per sei anni; Paolo Maria Napolitano, giudice della Corte Costituzionale.
TUTTI IN CATTEDRA Sia per chi è riuscito negli anni a crearsi una carriera istituzionale, sia per chi è rimasto “solo” giudice amministrativo, il ‘must have’ dell’incarico extra per i consiglieri di Stato sembrano essere le lezioni all’Università. Della serie, una cattedra non si nega a nessuno. Su 50 incarichi extra conferiti ad altrettanti Consiglieri di Stato nel 2014, l’80 per cento sono infatti lezioni e cattedre universitarie. Sull’insegnamento universitario si buttano in molti. Nel 2014, ad esempio, ha ottenuto due incarichi di docenza retribuiti (presso l’Accademia e la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di finanza e nell’Università Lum Jean Monnet di Casamassima, Bari) Nicolò Pollari, già direttore del Sismi, il servizio segreto militare (il suo nome ha conquistato le cronache per varie vicende giudiziarie, tra le quali il rapimento di Abu Omar) nominato da Prodi nel 2007 Consigliere di Stato. Incarichi universitari ha anche Oberdan Forlenza, attualmente segretario generale della giustizia amministrativa e negli anni consigliere giuridico e capo di gabinetto di diversi ministeri e di palazzo Chigi. Il 21 marzo 2014 ha avuto l’incarico di insegnamento sul tema “Legislazione dei beni culturali”, presso l’Università Iuav (Istituto Universitario di Architettura) di Venezia per 45 ore totali e da luglio per tre anni ha l’incarico di presidente del collegio dei revisori del segretariato della presidenza della Repubblica.
TIREREMO DIRITTO Altro caso emblematico quello di Alessandro Pajno, che la toga per anni l’ha vestita poco, preferendo ricoprire le cariche di capo di gabinetto di tre ministri (tra cui l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando era ministro dell’Istruzione), di segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri e di sottosegretario al ministero dell’Interno nel governo Prodi. Attualmente è presidente di sezione del Consiglio di Stato e come incarico extra insegna “Diritto amministrativo” alla Luiss di Roma. E’ stato nelle settimane scorse in pole position per rivestire il ruolo di segretario generale del Quirinale, poi affidato a Ugo Zampetti. Vista l’esperienza giuridica maturata, le lezioni all’università sono l’incarico extra quasi naturale anche per chi il Consigliere di Stato sembra farlo a tempo pieno. Per lo più i componenti del Consiglio insegnano (qualcuno anche a titolo gratuito) diritto amministrativo, come i Consiglieri Paolo Giovanni Nicolò Lotti (che da marzo 2014 ha anche un incarico di collaborazione scientifica conferito da Unioncamere Piemonte), Fabio Taormina, che prepara gli avvocati ai concorsi e ai master in diritto amministrativo e diritto penale e al concorso per Tar, Corte dei Conti e magistratura ordinaria; Gian Piero Cirillo, che fino ad aprile 2015 avrà l’incarico di docenza di diritto amministrativo nella scuola di specializzazione per le professioni legali della “Sapienza” di Roma. Un caso a parte è Luigi Maruotti, 58 anni, Consigliere di Stato dal 1987, che da almeno due anni ha avuto l’autorizzazione per un incarico extra giudiziario per, si legge sul sito del Consiglio di Stato, “attività di insegnamento presso la propria abitazione” con un compenso “presunto” di circa 48mila euro lordi annui.
ACQUE SANTE Autentici uffici di collocamento per Consiglieri di Stato sembrano essere il Tribunale superiore delle acque pubbliche e i tribunali sportivi. Per quanto riguarda il Tribunale delle acque pubbliche, organo giurisdizionale competente sulle controversie relative alla demanialità del prezioso bene, sono molti i Consiglieri di Stato che ogni anno vi ottengono un incarico, assicurandosi la poltrona per 5 anni, al compenso simbolico di 186 euro lordi annui. Tra gli altri, c’è Pierfrancesco Ungari, dal 2012 a palazzo Spada, ma dal 2014 per cinque anni anche componente supplente del Tribunale superiore delle acque pubbliche, ma con alle spalle una vita nelle istituzioni. Da consulente giuridico di ministeri e Authority a vice capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente nel biennio 2000-2001, passando per componente della Corte federale della Federazione italiana nuoto e della commissione ricorsi elettorali della Siae. Con lui fanno parte del Tribunale delle acque pubbliche diversi altri Consiglieri con incarichi quinquennali: ad esempio, Nicola Russo e Giancarlo Luttazi (come componenti supplenti), Sandro Aureli, Francesco Caringella (a soli 29 anni fu l’estensore del mandato di cattura nei confronti di Bettino Craxi), Adolfo Metro, Carlo Saltelli. Quest’ultimo nel 2014 ha anche ottenuto un corso di 36 ore nella Facoltà di scienze della formazione dell’Università di Salerno. E pensare che il Tribunale delle acque doveva essere eliminato, viste le pochissime sentenze emanate. Ma la parte del decreto del 2002 che prevedeva la sua soppressione non venne mai convertita in legge.
COSI’ PER SPORT Diversi, come l’ex ministro Frattini, anche i consiglieri che, dopo aver occupato alte postazioni ministeriali, ricevono un incarico extra in qualche tribunale sportivo. È il caso di Sergio Santoro, ex presidente dell’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, commissariata da Raffaele Cantone. Santoro è diventato Consigliere di Stato nel 1981 ma dal 1983 al 2008 ha ricoperto l’incarico di consigliere giuridico e capo di gabinetto in varie amministrazioni. Quindi è stato consigliere del presidente del Consiglio durante il governo Berlusconi III, docente alla Luiss e all’Università Guglielmo Marconi. Da novembre 2014 e per quattro anni ha ottenuto l’incarico extra (ma gratuito) di presidente della commissione di Garanzia presso la Federazione Italiana Pallacanestro. Caso analogo quello di Dante D’Alessio, approdato in Consiglio di Stato nel 2010: dopo una ricca carriera nelle istituzioni, ha ora ottenuto per tre anni dal Coni l’incarico (anche questo gratuito) di componente del collegio di garanzia dello Sport. In passato è stato consigliere giuridico di diversi ministeri, capo di gabinetto, componente del collegio dei revisori dei conti del Coni e vice commissario della Federazione italiana pallacanestro. Ancora: tra i magistrati nominati componenti del Collegio di garanzia dello Sport (anche qui tutti a titolo gratuito) troviamo anche Ermanno De Francisco, già consigliere di Berlusconi a palazzo Chigi; Vittorio Stelo, ex direttore del Sisde (l’ex servizio segreto civile) e Carmine Volpe, finito anche sui giornali nel 2011 per aver corso una maratona di beneficenza e la maratona Roma-Ostia, pur avendo documentato un’ernia discale, dovuta al “sollevamento di alcuni fascicoli processuali” e richiesto quindi un’invalidità di servizio.