Il generale musulmano Muhammadu Buhari ha dichiarato di aver vinto le elezioni presidenziali in Nigeria. Il suo portavoce informa però di temere “trucchi” da parte del presidente cristiano uscente Jonathan Goodluck. La campagna elettorale era stata impostata su fronti diversi: l’attuale premier ha sottolineato i buoni risultati economici raggiunti, mentre lo sfidante si è concentrato sul tema della sicurezza, accusando il governo di non avere agito abbastanza contro gli estremisti islamici di Boko Haram.
L’ex generale golpista era in testa dopo lo scrutinio di 25 stati – sui 36 totali -, avendo vinto in 13 di essi con un vantaggio di mezzo milione di voti. Qualora si confermassero i risultati della consultazione, che si è tenuta tra sabato e domenica con attacchi ai seggi da parte dei terroristi di Boko Haram, Goodluck sarebbe il primo presidente della Nigeria a non venire riconfermato per un secondo mandato. Le parole del musulmano Buhari devono ancora essere confermate. Qualora invece non vi fosse un vincitore assoluto – ottenendo almeno il 25% dei voti nei due terzi dei 36 stati della Nigeria -, il ballottaggio dovrebbe essere indetto entro sette giorni dai risultati.
Stati Uniti e Inghilterra nel fine settimana hanno emesso un comunicato congiunto in cui denunciavano “inquietanti segnali di interferenze politiche nel conteggio dei voti. Senza contare gli scontri che si sono registrati in tutto il paese e la decapitazione da parte dei miliziani di Boko Haram di 23 persone. A Port Hancourt, centro petrolifero portuale del sud, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione che ha radunato migliaia di donne dell’opposizione scese in piazza per chiedere l’annullamento del voto nel Rivers State, denunciando brogli e irregolarità. Nel frattempo l’Onu si è espressa positivamente – per mezzo del segretario generale Ban Ki-Moon – nei confronti dello svolgimento delle elezioni, lodando la popolazione che ha espresso la propria volontà di voto.