Privatizzazioni e idrocarburi: è con queste due mosse (verso Mosca) che Alexis Tsipras intende evitare il default e raccogliere nuove risorse che consentano alla Grecia non solo di pagare stipendi, pensioni e interessi sul debito, ma anche di iniziare a camminare con le proprie gambe. Sono iniziati martedì 31 marzo i dieci giorni decisivi per le sorti della Grecia e del governo, già scosso dal dissenso interno di Syriza e dalle voci di un possibile ridimensionamento dell’eclettico ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. Mentre il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dice che non ci sarà alcuna svolta sugli aiuti alla Grecia prima di Pasqua, ad Atene il ministro dell’Energia Panaghiotis Lafazanis ha annunciato la proroga del termine per la presentazione delle offerte per la seconda esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi in 20 aree marine della Grecia occidentale e a sud di Creta: dal 14 maggio al 14 Luglio 2015. Il ministero, con questa mossa, anticipa la caduta del prezzo del petrolio che scoraggia in tutto il mondo gli investimenti nel settore. Tuttavia la modifica del quadro istituzionale dovrebbe essere un processo estremamente lungo, almeno di sei-otto mesi, pensato ad hoc per aumentare il numero delle aziende interessate.
Gli occhi delle aziende private del settore per le esplorazioni nell’Egeo restano, ma naturalmente ci sono altre ragioni. Durante la recente visita di Lafazanis a Mosca è stato messo sul tavolo della discussione l’invito alle società russe a partecipare attivamente al concorso sfruttando proprio la proroga. E il prossimo 8 aprile Tsipras è atteso a Mosca da Vladimir Putin (che pochi giorni fa a Cipro ha offerto un aiuto diretto a Nicosia), anticipando di un mese il viaggio inizialmente concordato per la metà di maggio.
In previsione del viaggio Tsipras, intervistato dalla Tass, offre un assist alla Russia su tutti i fronti: contro le sanzioni inflitte con lo scoppio della crisi ucraina (“una strada che non conduce da nessuna parte”), sulla nuova Europa (“deve coinvolgere anche la Russia”). Ma di fatto il primo punto è quello che riguarda una nuova cooperazione. Appena eletto premier, Tsipras fu investito dalla polemica sulle sanzioni. Il motivo? Al telefono con il commissario Ue Mogherini, disse apertamente che non era convinto di proseguire sulla strada delle sanzioni contro Mosca e che da quel momento in poi le cose sarebbero cambiate. Disse: “Non pensate che le posizioni greche siano le stesse, la situazione è cambiata e ora c’è un altro governo in Grecia. E ora si dovrà chiedere a noi prima di prendere decisioni”. Sulla nuova Europa dice apertamente che dovrà vedere un diverso e più ampio coinvolgimento della Russia. A ciò si aggiungano due fronti di privatizzazioni come la Treinose (treni) e il porto di Salonicco, su cui Angela Merkel nella cena con Tsipras di qualche giorno fa a Berlino, si è soffermata molto, ovviamente manifestando forte contrarietà circa un diretto intervento russo, al momento, più che probabile.
Nel frattempo il governo di Atene annuncia di voler rastrellare circa 3,7 miliardi di euro di nuove entrate con una serie di misure come la privatizzazione del porto del Pireo e di 14 aeroporti regionali; la lotta contro l’evasione fiscale; le iniziative per il rimborso dei debiti all’agenzia delle entrate e alla sicurezza sociale; la lotta contro la frode sulla raccolta dell’Iva; la modifica di aliquote dell’imposta sul reddito; la vendita di licenze a emittenti tv private; il giro di vite su trasferimenti di capitali. In più nella bozza fatta circolare tra i giornalisti restano confermate le misure sociali, come la parziale reintroduzione della tredicesima mensilità per le pensioni più basse e il sostegno ai pensionati più deboli. L’Eurogruppo di domani scioglierà molti dubbi.