La buona notizia è che nove tra le maggiori case automobilistiche che vendono negli Usa più di 100.000 vetture l’anno hanno emesso nel 2013 meno gas serra di quanto previsto dalla tabella di marcia del piano Epa, l’agenzia per la protezione ambientale.
Quella cattiva è che tra le quattro negligenti spicca Fiat Chrysler, affiancata da Daimler, Volkswagen e Bmw. Ma niente paura, nel mercato aperto dei crediti ecologici, le virtuose Honda, Nissan e Tesla sono pronte a dare una mano, cedendo in cambio di denaro una parte del proprio eccesso di zelo, accumulato con la produzione in larga scala di auto elettriche e ibride. Sia le Case che l’Epa sono avare di dettagli, ma per limitare un po’ il terreno di gioco basta capire che per Tesla questo giro dei crediti è valso 40,5 milioni di dollari per il 2012, e ben 194 milioni per l’anno successivo, il che la dice lunga sulle voci di bilancio della casa di Elon Musk, il cui utile lordo per il 2013 è stato di 456 milioni di dollari.
La Fca ha acquistato dalla sola Tesla 1,05 milioni di crediti, dal prezzo unitario sconosciuto. Un credito equivale ad una tonnellata di CO2 o di altri gas che contribuiscono al surriscaldamento della temperatura atmosferica. La casa italo-americana-londinese non aveva un bisogno immediato in quanto ha già in cassaforte altri crediti acquisiti in passato, ma ha voluto ingrandire la scorta in ottica futura.
Quello che realmente penalizza la Fca non è più la Ferrari che, dopo una prolungata pressione lobbistica, l’Epa ha accettato di classificare come costruttore indipendente, con largo anticipo sullo scorporo e il lancio in borsa, e con l’effetto di rinviare le sanzioni per eccesso di emissioni. E’ piuttosto la mancanza nei listini di vetture alternative, che bilancino ad esempio i consumi dei grandi suv e pickup della Dodge, ad appesantire il bilancio della casa di Marchionne.
A questo scopo la Fiat ha tentato di spingere la versione elettrica della 500 fino quasi a regalarla in California, dove dall’inizio del mese è possibile, come ha mostrato un freelance americano calcolatrice alla mano, acquistare l’utilitaria in leasing senza un centesimo di deposito e con meno di 83 dollari al mese di rata. Ma i numeri non tornano lo stesso, ed ecco quindi che la casa di Marchionne si mette in coda allo sportello della Tesla per contribuire al più grande successo mai visto di una Casa che continua a prosperare nonostante perda soldi su ogni auto venduta.
Twitter: @carblogger_it