Per favorire la discesa dal camion, viene usato uno dei cuccioli, che preso per una zampa, viene trascinato all’interno del macello; è una tecnica spregevole perché va ad agire sulla psicologia dei giovani e ingenui agnelli, che vedendo portar via un loro simile, si accingono a seguirlo senza indugio. Rinchiusi in box di acciaio, inizia la mattanza: vengono storditi, sgozzati e appesi a ganci di ferro a testa in giù per favorire il dissanguamento. Tutto avviene davanti agli occhi di altri piccoli agnelli, che man mano assistono alla morte dei loro compagni. Proviamo ad immaginare di essere chiusi in una stanza senza possibilità di fuga, dove assistiamo impotenti all’uccisione seriale di altri uomini davanti ai nostri occhi, l’odore di sangue si fa pungente, cosa proveremmo? Ansia, paura, disperazione: le stesse identiche emozioni dei poveri agnelli e di tutti gli altri animali considerati da reddito. Potrete trovare ancora le più disparate giustificazioni alla vostra voglia di mangiare carne, ma non potrete negare che gli altri animali provano le nostre stesse emozioni.
Etologi, veterinari, zoologi e antropologi attribuiscono agli altri animali sentimenti umani. Ciò che fa la differenza è la comunicazione, il linguaggio, poiché noi abbiamo la fortuna di essere dotati di organi adatti e necessari per articolare le parole. Questa differenza anatomica non ci autorizza a pensare però che gli altri animali non provano emozioni. Indica semplicemente che le comunicano in altri modi.
L’insigne neuroscienziato Jaak Panksepp, della Bowling Green State University, scrive: “Esistono prove schiaccianti che altri mammiferi possiedono molti dei nostri circuiti emotivi di base […] Questa evidenza è oramai indiscutibile: in sostanza, a livello emotivo tutti i mammiferi sono notevolmente simili” (Masson, J.M, Il maiale che cantava alla luna, Il Saggiatore, Milano 2009).
L’etologo Danilo Mainardi ha affermato: “Tanto più un animale è sociale – e le pecore lo sono – tanto più sarà sviluppato il suo sistema di comunicazione delle emozioni, soprattutto le più comuni: rabbia, paura, desiderio o gioia”. Sempre Mainardi ha dichiarato che lo scetticismo di chi non crede che gli animali possano provare sentimenti più o meno come noi esseri umani “è un atteggiamento filosofico-culturale più che scientifico. La tradizione che considera gli animali alla stregua di macchine ha fatto comodo a un certo tipo di antropocentrismo e ci sarebbe qualche imbarazzo ad ammettere che gli animali provano emozioni simili alle nostre e poi continuare a fare quello che si fa, o si è fatto fino a ieri, nei loro confronti. Un organismo superiore non funziona senza base emotiva”, ammette senza alcun dubbio l’etologo.
Serena Capretti, attivista di Essere Animali, ha dichiarato: “Assistere alla macellazione di individui di pochi mesi è stata un’esperienza terribile. E’ difficile rimanere indifferenti di fronte ad animali che assistono allo stordimento e all’uccisione dei propri simili. Auspichiamo che la diffusione di queste immagini metta in discussione la possibilità di alimentarsi in modo etico e senza causa di sofferenze inutili”.
Ogni anno, 400mila capretti e agnelli vengono macellati solo in Italia prima della Pasqua. Secondo fonti Istat e stime Ismea, il settore è in forte crisi per vari motivi:
– scarsa redditività degli allevamenti con progressivo invecchiamento degli allevatori e assenza di un ricambio generazionale;
– competizione dell’utilizzo del suolo per colture più remunerative, come i cereali;
– forte calo dei consumi.
Per quanto riguarda il “forte calo dei consumi“, credo sia da attribuire alle campagne di sensibilizzazione che le associazioni animaliste portano avanti da anni. Video come questi, ci mostrano cosa avviene dentro le mura dei macelli, lontano dai nostri occhi, in quei luoghi accessibili solo agli addetti ai lavori. Con questo video, gli attivisti di Essere Animali, non vogliono scioccare le persone o denunciare il singolo stabilimento, piuttosto vogliono sensibilizzare le persone, lanciare un appello ai consumatori, con la speranza di “fermare una strage crudele che avviene in nome della tradizione!”
Attenzione: le immagini riportate in questo video potrebbero urtare la vostra sensibilità