Compilare il modello 730 dovrebbe essere una procedura accessibile a un cittadino medio. Ma se un professore universitario di economia impiega cinque ore solo per accedere al “cassetto fiscale” individuale e leggere le informazioni preliminari, è evidente che qualcosa non funziona.
di Daniele Checchi, 31.03.15, lavoce.info
Domenica 29 marzo ho cominciato la campagna di primavera per condurre la famiglia ad assolvere gli obblighi fiscali. Da anni persevero nel predisporre da solo le dichiarazioni fiscali mie e dei miei familiari, nella convinzione che il sistema tributario italiano debba essere intellegibile almeno a un professore universitario, tanto più se di economia.
Di solito, comincio ad annotarmi le potenziali modifiche in fase di approvazione della legge di stabilità, verso febbraio comincio a leggere la sezione norme e tributi del Sole-24Ore, per entrare nello spirito giusto, e verso marzo comincio a navigare nel sito della Agenzia delle Entrate.
Il tutto converge nella stesura del modello 730 precompilato, che poi sottometto a un Caf “senza oneri aggiuntivi”.
Quest’anno si doveva aprire una nuova fase di semplificazione nel rapporto tra il cittadino e l’autorità fiscale, con la predisposizione del modello 730 precompilato individuale.
Dal mio punto di vista, si tratterebbe di un grande passo in avanti, dovendo predisporre annualmente quattro modelli, prendere appuntamento con il Caf e archiviare poi la scannerizzazione del tutto. Sulla esperienza degli anni passati, occorrono circa cinque serate di letture propedeutiche (istruzioni per la compilazione del modello 730, spesso intrecciate con istruzioni Imu-Tasi-Tari che seguono a ruota), tre-quattro serate per la compilazione dei modelli e una mezza giornata per la consegna e l’archiviazione. Traducendo in ore di lavoro si arriva quasi a 35, una settimana di lavoro full-time. Valutate al costo del lavoro di un professore universitario, ci aggiriamo sul migliaio di euro. Ignoro quali siano le tariffe dei commercialisti corrispondenti al mio caso, sono sicuramente inferiori al costo-opportunità del mio tempo e la loro prestazione è certamente meno a rischio di errori, ma anche l’ideologia ha la sua parte: mi rifiuto di accettare il principio che il rapporto tra cittadino e Stato debba per forza essere mediato da un tecnico, per quanto competente.
Torniamo all’oggi. Dalle letture dei giornali capisco che esisterà un cassetto fiscale dove reperire il famoso modello 730 (parzialmente) precompilato, che potrò accettare senza ulteriori incombenze, oppure potrò modificare (per esempio includendo le spese sanitarie o di ristrutturazione) e recarmi come in passato al Caf, questa volta pagando per il servizio di ricezione del modello precompilato (in quanto il Caf si assume in mia vece la responsabilità per una dichiarazione errata).
Mai di domenica
La mia campagna di primavera prevedeva per domenica 29 marzo la conquista dell’accesso al cassetto fiscale, che dovrebbe risiedere nell’area riservata dell’Agenzia delle entrate. Sono l’unico in famiglia ad avere già esplorato questo sito (che per altro contiene una miniera di informazioni: per esempio, permette di verificare la situazione catastale degli immobili di proprietà).
Provo ad autenticarmi con login e password. La procedura prevede che la password vada rinnovata ogni tre mesi. Anche il sito Inps condivide il rituale del rinnovo periodico della password. Ne ignoro la reale utilità, penso di essere un utente medio che visita questi siti un paio di volte all’anno. In particolare il ritmo di rinnovo trimestrale (per altro disgiunto tra i due siti, che pure condividono alcune informazioni) mi appare esagerato ai fini della protezione dei miei interessi. Neppure la banca mi cambia la password ogni tre mesi, ma tant’è.
L’importante è tenere tutto registrato, ho un file ordinato allo scopo che si allunga di trimestre in trimestre, che conservo sul computer. Siccome Agenzia delle entrate e Inps si preoccupano di proteggermi, anch’io mi proteggo criptando il file con password, ma talvolta mi dimentico la password, che per fortuna annoto in una pagina particolare dell’agenda.
Rinnovata la password, cerco di entrare nella mia pagina, ma il sistema dichiara errate le mie coordinate. Presumo di aver sbagliato a digitare la nuova password che ho appena scelto (a differenza di Inps che assegna d’ufficio password casuali, almeno l’Agenzia delle Entrate permette di sceglierla), e ripeto la digitazione per un numero di volte inferiore a otto (limite massimo oltre il quale l’accesso viene bloccato). Al sesto tentativo provo la procedura “ho dimenticato la password” (non ci sono rischi di errore nel login perché per fortuna si usa il codice fiscale). Mi chiedono la password che mi consegnarono originariamente quando mi attribuirono il Pin: un conto infatti è entrare all’interno dell’area riservata e un conto è svolgere alcune operazioni, quali consultare i documenti catastali). Impossibile trovarla, nei vari documenti non ne ho conservato traccia.
Allora provo l’altra strada di accesso, basata sull’identificazione attraverso la carta regionale dei servizi. Posseggo per mia fortuna un lettore smart-card. Lo inserisco e provo a seguire la procedura. Non funziona, non legge la carta. Cerco in rete e scopro che il sito dell’Agenzia delle entrate funziona con Internet Explorer di Microsoft, e non con Mozilla di Firefox, che uso invece io. Lancio Explorer, vede la mia carta, mi chiede il Pin della stessa. Purtroppo, non ho aggiornato il mio fantastico file dove registro tutti i codici, digito tre volte il vecchio Pin e mi si blocca la carta. Non mi arrendo, cerco nella documentazione cartacea, trovo nuovo Pin e Puk (che ero andato a ritirare di persona due anni fa agli uffici regionali, per poter leggere gli esami del sangue online). Devo purtroppo installare il software che mi permette di sbloccare la carta col Puk, lo faccio e finalmente digito il Pin corretto. Nulla.
A questo punto sto per arrendermi, ma mi viene in mente di cercare nelle news del sito. Trovo una notizia che dice che il sito non sarà operativo per manutenzione dalle 8 alle 9 di domenica 29 marzo. Sono le 17, ho già dedicato tre ore alla procedura. Ci tornerò alle 22 riuscendo finalmente a compiere ben due accessi, con password e con smart-card. A quel punto, l’accesso per i familiari è in discesa e in mezzora ne conseguo ben due per ciascuno di loro. In totale ho già consumato cinque ore di lavoro, per riuscire a leggere quanto ci verrà messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate. E sono solo all’inizio.
Non mi si venga a raccontare che si tratta di una procedura accessibile al cittadino medio.