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Caterina Palazzi e Sudoku Killer, ecco “Infanticide”: il free jazz rincorre psichedelia e grunge

Come se i Nirvana rinascessero con una nuova pelle: l'album prende infatti le mosse dall’omonima raccolta a bassissima fedeltà che la band di Kurt Cobain si decise a mettere in commercio nel 1992. "L'infanticidio è inteso come omicidio virtuale della visione infantile del mondo in cui è sempre il bene a trionfare e i cattivi a soccombere, come perdita di un'ingenuità ludica e fanciullesca” ha spiegato la contrabbassista

di Maurizio Di Fazio

È forse quanto di più moderno, perturbante, notturno, nord-europeo, aperto e sexy si possa pretendere dal jazz italiano d’oggi. Jazz si fa per dire: nella visione musicale di Caterina Palazzi, giovane, pluripremiata e magnetica contrabbassista romana che governa e brandisce il suo strumento come una dominatrice una frusta che ferisce di poesia… si rincorrono anche la psichedelia, il noise, il surf rock, il grunge. Nonché naturalmente tanto free jazz riveduto e corretto. Il suo nuovo disco “Infanticide”, a firma Caterina Palazzi e Sudoku Killer, ne è una completa e fedele fotografia.

L’album fa seguito all’esordio di cinque anni fa ed è attraversato da vene molto elettriche, oltre che da un ricco spettro di suggestioni. Insieme ad Antonio Raia (sax tenore), Giacomo Ancillotto (chitarra) e Maurizio Chiavaro (batteria), il quartetto mette a segno un lavoro che si insinua immediatamente nel subconscio di chi ascolta. L’ideale per brevi viaggi al termine della notte. Come se i Nirvana rinascessero con una nuova pelle: “Infanticide” prende infatti le mosse dall’omonima raccolta a bassissima fedeltà che la band di Kurt Cobain si decise a mettere in commercio nel 1992. “L’infanticidio è inteso come omicidio virtuale della visione infantile del mondo in cui è sempre il bene a trionfare e i cattivi a soccombere, come perdita di un’ingenuità ludica e fanciullesca in ragione di una maturità turbolenta e spesso amara” spiega Caterina Palazzi.

Cinque sono le lunghe tracce di “Infanticide”, suite ipnotiche e a loro modo circolari; il corpus suona coeso, possente e indivisibile. Le chitarre distorte riverberano che è una (dolente) bellezza; sax e contrabbasso dialogano in un grammelot inaudito. Non è jazz, non è rock, ma una piccola Opera affilata come un rasoio. Un mediometraggio musicale per anime inquiete. “Il contrabbasso è la mia grande passione, sembra di avere vicino un altro essere umano, c’è grande interazione, è magnifico, la frequenza delle note basse è splendida, sebbene io abbia iniziato a 14 anni con una vecchia chitarra di mio padre, poi il rock e a 20 anni la vera folgorazione per il jazz” ebbe a dichiarare sempre la Palazzi. Che nel 2010 vinse il Jazz.it Award come miglior compositrice dell’anno. Ma un giorno potrebbe benissimo aggiudicarsi anche un Grammy in categoria rock, perché no.

Caterina non teme gli schemi non costituiti, le rotte aliene. “Come da tradizione – dice ancora la contrabbassista – questo disco anticipa il contenuto del suo successore, in cui la musica sarà dedicata interamente ai personaggi cattivi dei film animati Disney. Una sorta di perenne “flash forward” iniziato con il nostro primo cd, che conteneva brani mutuati dalla letteratura ma il cui titolo anticipava il contenuto di questo secondo album, ispirato a giochi di logica matematica giapponesi”. Disco di intriganti rimandi concettuali e sonori, “Infanticide”. Andateveli  a sentire dal vivo: stanno girando in lungo e in largo la penisola, e presto anche il resto del mondo. Questa la tracklist: 1- Sudoku Killer  (11:08); 2- Hitori  (11:01); 3- Nurikabe (4:38); 4- Futoshiki (10:26); 5- Masyu (12:13).

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