A Roma, in una saletta sotterranea confortevole e un po’ cospirativa, si è tenuto un incontro pubblico tra varie organizzazioni e attivisti del mondo ‘no slot’, convocato con una certa urgenza perché il governo sta per varare quella che il sottosegretario Baretta (un ex sindacalista Cisl che ha la delega al gioco d’azzardo) ha definito “una riforma epocale”. L’Italia è uno dei Paesi con l’opinione pubblica più ostile alle slot machine; secondo un sondaggio del 2012, coloro che credono che vadano diminuite (l’88%) sono venti volte più numerosi di quelli che credono che vada bene così. Ciò nonostante, siamo pieni di macchinette, gratta e vinci, centri scommesse, lotterie istantanee… Perciò diciamo che è anche una questione di democrazia.
E appunto ‘Democrazia vs multinazionali dell’azzardo: che fare?’ s’intitolava l’incontro di Roma, organizzato da Slotmob. Dal palco sono intervenuti per Slotmob Carlo Cefaloni, Gabriele Mandolesi, Daniele Albanese e gli economisti Luigino Bruni e Leonardo Becchetti, poi Daniele Poto di Libera, lo psicologo Claudio Dalpiaz presidente di Psy+ ed esperto nella terapia del gioco d’azzardo patologico, il sociologo Maurizio Fiasco, presidente della Consulta Nazionale Antiusura, e Mauro Vanetti per noi Senza Slot.
Hanno mandato i propri saluti scritti Riccardo Bonacina dell’Associazione Movimento No Slot e il parlamentare del Pd Lorenzo Basso, a cui ha risposto criticamente l’on. Massimo Baroni del M5S. Erano presenti diversi amici e compagni che abbiamo conosciuto nel nostro percorso di questi anni. Si è trattato di un evento interessante perché da tempo non capitava che realtà di impostazione diversa si parlassero pubblicamente con franchezza. Ecco che cosa è emerso:
1) Tutti i presenti hanno dichiarato che la riforma messa in campo dal governo è sbagliata perché:
– La sbandierata riduzione di macchinette è tutta virtuale, basandosi su cifre immaginarie, e in ogni caso è solo una razionalizzazione del parco slot che serve ad accorciare la filiera e uniformare i rendimenti per garantire una percentuale di utile per macchinetta più stabile, prevedibile ed elevata. Non si tratta di una riforma volta a far declinare il gioco d’azzardo in Italia, come dimostra il fatto che si sono adottate misure per aumentare il giocato in quei giochi che hanno subito una riduzione della domanda.
– La creazione delle gaming hall con delle fantomatiche ‘mini-Vlt’ al posto delle attuali Awp significa semplicemente che verranno date nuove licenze e che si progetteranno e introdurranno, inevitabilmente in combutta con i privati che ci lucrano sopra, macchine di nuova concezione, più simili alle videolottery (cioè macchinette ‘in rete’ e non autonome), che sono ancora più patogene di quelle da bar. Questo è uno scontro tutto interno alla filiera (concessionari e giganti dell’azzardo vs piccoli gestori e installatori) che non ci interessa e non porterà niente di buono ai giocatori.
– La riduzione della pubblicità dell’azzardo è limitatissima, solo in determinate fasce orarie. Abolirla del tutto sarebbe possibile con un tratto di penna e a costo zero per lo Stato, ed è permesso dalle direttive europee.
– Verrebbero azzerate, col trucco delle gaming hall dichiarate ‘riserva statale’, tutte le norme locali restrittive verso le macchinette. Questo riporta la lotta no slot indietro di anni, colpendo proprio le limitazioni più avanzate in fatto di orari di accensione delle slot, distanza dai luoghi sensibili e scadenza delle autorizzazioni. Su questo argomento anche sindaci dello stesso partito di Renzi si trovano in grave imbarazzo e hanno chiesto al governo di fare marcia indietro.
– Lo stanziamento di 250 milioni per contrastare l’azzardopatia viene collegato al gettito fiscale proveniente dall’azzardo e gestito come un fondo speciale: logica pericolosa, che innesca un cortocircuito tra chi crea il problema e chi lo dovrebbe prevenire e curare.
2) Nei prossimi mesi, tutte le realtà no slot d’Italia sono invitate a organizzare degli slot mob in simultanea nei propri territori che abbiano come tema la bocciatura di questa riforma.
3) In questo periodo tutte le iniziative no slot, inclusi gli slot mob simultanei, devono avanzare come minimo due rivendicazioni difensive:
– Divieto assoluto di pubblicità dell’azzardo in tutte le forme, in tutte le fasce orarie, su tutti i mezzi di comunicazione.
– Non toccare la normativa locale (comunale, regionale e delle province autonome) che stabilisce misure restrittive sul gioco d’azzardo.
Forse Matteo Renzi si aspettava che saremmo stati zitti o addirittura che avremmo applaudito questa ‘riforma epocale’ che sembra volta soprattutto a ristrutturare il settore, per chiudere definitivamente ogni discussione pubblica sul dramma sociale del gioco d’azzardo liberalizzato di massa. Forse sperava di trascinare dalla sua parte degli spezzoni consistenti del movimento antiazzardo. Si è sbagliato di grosso.
Ps: Intanto, si viaggia verso il centesimo slot mob, la nostra mappa su www.senzaslot.it ha raggiunto i 2500 bar liberi dalle macchinette, il nostro libro Vivere senza slot si avvicina alla cinquantesima presentazione pubblica. E questo vi dà tre idee immediate su come darvi da fare anche nel vostro territorio per contribuire alla lotta no slot!