Un’interrogazione per chiedere al presidente del Consiglio di fare chiarezza sul sul presunto utilizzo per fini istituzionali di un cellulare intestato alla Fondazione Open dell’amico Marco Carrai, “ente privato che ha organizzato e finanziato la campagna politica dello stesso Matteo Renzi“. Un telefono dal quale il premier ha chiamato un importante generale della Guardia di finanza, Michele Adinolfi.
A depositare l’interrogazione alla Camera, a prima firma di Gianluca Vacca, è il Movimento 5 Stelle che scrive: “Nonostante la massima trasparenza più volte invocata da Matteo Renzi sulle attività istituzionali dei politici, egli stesso – si legge nel testo – non assume comportamenti che facilitino il monitoraggio delle sue attività come presidente del Consiglio”.
Nel consiglio direttivo della Fondazione Open, rimarca M5s, “il presidente è Alberto Bianchi (nominato nel cda Enel dallo stesso governo Renzi), segretario generale il ministro Maria Elena Boschi (segretario generale), e consiglieri risultano essere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, e l’imprenditore Marco Carrai, già noto per aver pagato per tre anni un appartamento a Firenze al premier quando era ancora sindaco del capoluogo toscano“.
I 5 Stelle chiedono dunque “se il presidente del Consiglio utilizzi il cellulare intestato alla fondazione Open, e se ritenga corretto e opportuno che lo stesso ricorra a un telefono, che sfugge alla anche più minima trasparenza per le comunicazioni istituzionali e non, per lo più pagato da un ente privato i cui amministratori ricoprono incarichi di nomina governativa”.