Dalle pagine autorevoli de
lavoce.info emerge
l’inquietante interrogativo se Uber sia o meno veramente innovativo. Che è un po’ come chiedersi cosa ci ha portato di nuovo il telegrafo senza fili, quando avevamo già i segnali di fumo. Questo approccio di tipo ‘non esattamente aperto’ non sembra molto utile per comprendere le tendenze del mondo contemporaneo, quanto piuttosto
rievoca nostalgie bibliche (
nihil sub sole novum) su com’era bello il mondo di prima e su come le diavolerie moderne se pure non fan danno, è difficile che portino qualcosa di buono.
La perfida applicazione del demonio, anche quando
regala corse gratis nei giorni di sciopero,
scatena le polemiche fino a rievocare gli spettri del ventennio. Proviamo a fare qualche osservazione neutrale per comprendere quel che avviene oggi e, soprattutto, provare a guardare dove ci potrebbe portare domani. L’accusa di fascismo con riferimento allo sciopero è evidentemente infondata:
lo sciopero è una manifestazione libera alla quale gli individui che fanno parte di una categoria possono o meno aderire. Inoltre, fornire un supporto gratuito nel momento in cui viene meno un servizio pubblico dovrebbe essere considerata un’azione meritoria. Dove sarebbe il problema? E’ una questione di buon gusto, morale, correttezza: i turboliberisti di Uber ‘approfittano’ del momento in cui i compagni tramvieri scioperano per farsi pubblicità.
Dunque il problema è etico.
D’altronde, se guardiamo a
blablacar la distorsione ideologica è ancora più evidente: il sito con il quale si cercano compagni di viaggio per dividere le spese, è quasi tanto encomiato quanto è vituperata l’
app di
car sharing dal nome sgradevolmente teutonico. Gli azzeccagarbugli del caso potranno trovare profonde differenze tra queste due piattaforme che
possono assolvere praticamente allo stesso compito: volete mettere quanto è nobile fare
car sharing per salvaguardare l’ambiente, aderire all’era dell’accesso e viaggiare in simpatia e quant’è meschino ‘arrotondare’ i propri introiti portando in giro la gente a pagamento?
1- Il fatto che sia possibile e agevole ottenere film gratis illegalmente su internet non ha ucciso il cinema, né la pay tv anzi, in taluni casi viene anche sapientemente sfruttato a fini marketing (vedere classifiche serie più scaricate) – da cui si può dedurre che di peer to peer non si muore.
2- E’ ragionevole supporre che la possibilità di acquistare servizi di trasporto da privati ‘non’ distruggerà i sistemi di trasporto pubblico e non farà sparire gli operatori professionali del settore – potrebbe magari portare spinte competitive, ma l’oligopolio e la vita facile a spese degli altri non ce li ha prescritti il medico né sono (ancora) assurti a un diritto inviolabile
3-Se togliamo le lenti dell’ideologia ci accorgiamo che qualcosa è cambiato e che in futuro dovremo tenerne conto: per fare un esempio, quando i nativi digitali avranno raggiunto la maggiore età la maggior parte delle filiali bancarie oggi esistenti sarà sparita o si sarà trasformata in qualcos’altro e chi oggi ci lavora dovrà necessariamente fare i conti con questa realtà.
Uber non sparirebbe neanche se qualche politico nostalgico (e vicino a certe lobby) riuscisse a vietarlo per legge (come non sono spariti i siti di streaming) e in ogni caso potremmo accorgerci di strane mutazioni nel nobile blablacar che potrebbe cominciare a coprire tragitti brevi da parte di ‘autisti abituali’…
Il
peer to peer (Torrent), la
sharing economy (Airbnb) o la
on demand economy (Uber) fanno parte del nostro quotidiano e
influiscono sulle nostre scelte di consumo e sui nostri comportamenti. Hanno indubbiamente portato dei vantaggi per molti di noi (chi si ricorda quando i biglietti per le vacanze si facevano in agenzia ?) e costituito delle criticità per altri (quanti hotel a basso costo sono stati soppiantati da b&b a gestione amatoriale?): le letture ideologiche e di parte
non sono di aiuto per affrontare i mutamenti che ci aspettano in futuro, di contro la disponibilità ad accettare il cambiamento
è invece fondamentale per essere pronti domani ad affrontare le sfide derivanti dalle innovazioni di oggi.